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Leonardo Patroni Griffi (Presidente Banca Popolare di Puglia): «L’acquisizione del ramo di azienda da Intesa Sanpaolo ci porterà 70 mila nuovi clienti»

La Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha acquisito lo scorso 15 gennaio da Intesa Sanpaolo un ramo di azienda composto da oltre 800 milioni di euro di raccolta diretta e 600 indiretta, distribuiti su 26 sportelli in regioni limitrofe a quelle di insediamento storico della banca. Di questa operazione, da 8,9 milioni di euro, ma non solo, ha parlato a Milano Finanza il presidente dell’istituto, Leonardo Patroni Griffi.

Come mai la Popolare ha partecipato alla gara? “In momenti di crisi, bisogna muoversi e cogliere le occasioni. L’operazione porta importanti benefici alla banca, consente una riorganizzazione in regioni a noi limitrofe e di acquisire circa 70 mila nuovi clienti. Sotto il profilo patrimoniale, per come è stata strutturata, consente se non di aumentare, quanto meno di preservare gli attuali ratio di Vigilanza”.

Dove sono collocati geograficamente questi sportelli? “In Abruzzo (Chieti), in Molise, altri ancora sono in Basilicata in provincia di Matera, nostro territorio tradizionale. Poi ce ne sono anche tre in Calabria. Soprattutto in Abruzzo, dove sono venuti meno nel tempo una serie di riferimenti bancari del territorio, pensiamo di poter coprire questo ruolo. La caratteristica di questi sportelli è che tutti hanno una  quota di mercato significativa, pari o superiore al 5%. Sono il frutto di una procedura Antitrust (ex-Ubi finiti in Intesa, ndr) e quindi si possono  considerare a tutti gli effetti dei buoni sportelli e senza criticità”.

Come è stata l’attività della banca in quest’ultimo anno? “La banca è stata molto reattiva. Sotto il profilo del conto economico ha retto egregiamente e ha continuato a fare il suo lavoro, andando in soccorso delle proprie comunità. Ora il problema è la fase 2, cioè come pensa il Governo di andare oltre a provvedimenti che hanno funzionato, ma erano obiettivamente un tampone”.

Com’è lo stato dell’economia nei territori che coprite voi? “Per il Meridione si apre la vera opportunità di rilancio. Accorciate le distanze tecnologiche il nostro territorio si è avvicinato al resto del Paese. Poi c’è tutto il tema green del Next Generation, che punta molto sul Mezzogiorno. E’ l’ultima chiamata per il Mezzogiorno”.

Quante moratorie e crediti garantiti avete concesso nel 2020? “Siamo partiti in anticipo. Abbiamo evaso richieste di moratoria per quasi 5.700 pratiche per un’erogazione di quasi 500 milioni. Mentre, per le erogazioni ex articolo 13, abbiamo avuto 6.500 richieste evase e 230 milioni di euro di erogato. Uno degli indicatori positivi è che alla fine delle moratorie concesse o addirittura molto prima, molti clienti hanno cominciato a ripagare”.

Come state gestendo il credito deteriorato? “Avevamo fatto un’importante opera di derisking già negli scorsi anni. Dall’inizio della mia avventura in banca siamo scesi di 15 punti percentuali, tantissimo. Da un credito deteriorato che era oltre il 20% degli impieghi, siamo ora intorno al 9,5% lordo e sotto il 6% netto. Possiamo ancora migliorare per aiutare le imprese”. 

Questa vostra operazione sugli sportelli dimostra che siete attivi.  C’e’ un vostro interesse verso ulteriori acquisizioni o politiche di consolidamento? “Il mercato bancario va verso concentrazioni. Anche per banche più piccole e territoriali, penso che ci debba essere la consapevolezza che forme di aggregazione sono importanti. Nel momento in cui sono convenienti, bisogna almeno analizzarle a livello di cda, per capire se ci sono delle convenienze e coglierle. Nel frattempo credo sia importante però restare coesi a livello di sistema delle banche popolari per  sfruttare tutti gli spazi di collaborazione e di messa a fattor comune di  esperienze ed attività, così come sta facendo la Luzzati, che sotto la guida illuminata del presidente Primiceri si è recentemente rafforzata con l’assunzione di un direttore generale molto capace”.  

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