Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Mario Nava (capo Dg Riforme): «Recovery Plan: rispettare gli obiettivi intermedi e gli obiettivi finali»

Le condizioni previste dal Recovery Plan sono semplici e prevedono l’impegno del Paese a fare riforme e quello dell’Europa a fornire le risorse per sostenerle. Insomma, se «fai le riforme avrai i soldi, non fai le riforme non avrai i soldi». Vale per tutti, vale per l’Italia che di soldi ne deve avere più di tutti, quei famosi 191 miliardi – cui se ne aggiungono altri per superare quota 210 – che non sono stati ancora usati, ma hanno fatto scorrere migliaia di parole come se fosse tutto fatto.

Ma tra il dire e il fare, tra Mario Draghi a Palazzo Chigi, la cui sola presenza ha fatto guadagnare alla Borsa 60 miliardi di euro in sei mesi di governo come spiega un’inchiesta di Milano Finanza su questo numero, e Mario Draghi preda delle mattane politiche del semestre bianco c’è il mare. Anzi ci sono 53 (cinquantatré) riforme da mettere in piedi da qui al 2026, di cui 33 entro il 2021.

Lo dice l’Italia stessa nel suo Piano Nazionale di Riforme e Resilienza, ci crede la Commissione che queste riforme esige per erogare i fondi, lo impone la situazione di un Paese che pur crescendo del 6% può sprofondare di nuovo nei mille lacci e lacciuoli che lo avviluppano quando la sbornia post Covid e post Draghi da solidarietà nazionale sarà passata. Per ora, come la fantastica Nazionale di Atletica, oro nei 100 metri e nella staffetta 4×100 alle Olimpiadi di Tokyo (come se sulla luna ci fossimo andati noi e non gli americani), l’Italia di Draghi ha mostrato una grinta da sprinter nell’incassare i 25 miliardi di acconto comunitari prima della pausa estiva.

In poco tempo, partendo dall’impianto e dal lavoro fatto dall’esecutivo di Giuseppe Conte, l’esecutivo guidato dall’ex banchiere centrale ha centralizzato le decisioni a palazzo Chigi, blindata la cassa al Tesoro – dove nascerà un’apposita Direzione generale – e dato il via ad analoghe strutture di missione nei dicasteri di spesa, a partire da quelli della transizione Ecologica e dei Trasporti, guidati rispettivamente da Roberto Cingolani ed Enrico Giovannini, che per ora si sono fatti notare per le molte dichiarazioni volenterose, i tanti fogli Excel e le scarse concretizzazioni.

Ma dopo le parole, l’entusiasmo retorico trainato dai successi nei cinque cerchi o sui campi di calcio, arriva la maratona. Quella di tutti i giorni che prevede una drastica velocizzazione dei processi decisionali, lo snellimento della burocrazia, l’indizione dei bandi, la scelta dei migliori progetti.

Saremo in grado di sfatare la tradizione di specialisti in manovre d’emergenza, vittorie ai rigori, ma fallimentari nelle corse a tappe? Di aiuti, per fortuna, ce ne saranno. A Bruxelles hanno già spiegato a dovere che saranno a fianco dei tecnici incaricati dall’esecutivo di scrivere progetti, metterli a bando e seguirne la messa a terra. Lo ha sottolineato a questo giornale il capo della Dg Riforme, Mario Nava in una bella e lunga intervista qualche tempo fa.

«L’Italia è tra i paesi membri che hanno più beneficiato della nostra expertise. Finora, da quando esiste la Dg, abbiamo dato supporto all’Italia su 49 progetti e ce ne sono in cantiere altri 10 per il 2021. Il fondo paga i costi mentre la facility (lo strumento) paga la performance e quindi per la facility bisogna avere un piano e in questo piano devono esserci la valutazione dei costi, degli obiettivi intermedi, degli obiettivi finali. Si devono rispettare gli obiettivi intermedi e gli obiettivi finali e poi c’è il pagamento, dopo il primo anticipo del 13% il restante sarà corrisposto al raggiungimento di milestone e target».

Era giusto ricordare questo passaggio del colloquio con Nava perché sarà fondamentale non perdere di vista l’obiettivo finale per non perdere i soldi, cammin facendo e al Quirinale pensando. Non si andrà a Bruxelles con una valigia per riempirla, sarà la Commissione a farlo ma solo se lo zaino sarà quello giusto.

Per saperne di più:

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.