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Stephane Monier (Cio Lombard Odier Private Bank): «Omicron: la sfida è la sua infettività, non la sua pericolosità»

La variante Omicron si diffonde rapidamente, ma rimane meno pericolosa delle altre. Ad affermarlo è Stephane Monier, la chief investment officer di Lombard Odier Private Bank. «La più grande sfida a livello economico posta dalla variante Omicron è rappresentata sempre di più dalla sua infettività, non dalla sua pericolosità» sottolinea. «L’alto numero di contagi si sta traducendo in una significativa riduzione dei lavoratori attivi per via dell’isolamento, fattore che comporta la cancellazione di migliaia di voli in tutto il mondo, nuove pressioni sui sistemi sanitari e ulteriori interruzioni della catena di approvvigionamento».

«Di fronte alla carenza di personale, l’approccio della sanità pubblica nei confronti dei contagi si sta evolvendo. La settimana scorsa, il governo britannico ha chiesto al settore sanitario pubblico di prepararsi a operare con un quarto del personale, e alcune nazioni, tra cui Stati Uniti, Francia, Spagna, Irlanda e Grecia, hanno tutte ridotto la durata dell’isolamento per i pazienti positivi», scrive su Milano Finanza.

«Al di là delle assenze a breve termine dovute al contagio, i mercati del lavoro più ampi delle economie occidentali stanno recuperando e sono sulla buona strada per tornare ai livelli precedenti alla pandemia. Negli Stati Uniti, gli indicatori occupazionali indicano che il numero di occupati tornerà ai livelli precedenti già quest’anno, sostenendo i cambiamenti di politica monetaria della Federal Reserve. Il totale degli occupati negli Stati Uniti e i tassi di disoccupazione sono già vicini al tasso tipico della piena occupazione. L’unico indicatore che ricalca i livelli pre-pandemici è il tasso di partecipazione al lavoro, che può riflettere a sua volta la natura mutevole del lavoro che la popolazione sta cercando».

«La tanto discussa “Grande dimissione” sembra rispecchiare solo i dipendenti con lavori poco qualificati nelle industrie dei settori leisure & hospitality che cercano lavori con una retribuzione più elevata. Per le economie occidentali sviluppate, l’impatto della variante dovrebbe rivelarsi transitorio e concentrato nelle prime settimane o mesi dell’anno. A meno che non si assista all’insorgenza di ulteriori varianti con sintomi più gravi che non rispondono al trattamento, attualmente non c’è motivo di stimare un danno economico più duraturo. Un fattore difficile da valutare in questa fase è un eventuale ulteriore freno all’economia statunitense a causa del calo del generoso sostegno fiscale».

«Considerando che le ambizioni dell’amministrazione Biden di “Build back better” sono a rischio, il calo del sostegno fiscale potrebbe essere maggiore di quanto previsto inizialmente quest’anno. In Cina, la seconda più grande economia del mondo, le autorità hanno adottato un approccio diverso alla gestione del Covid con una politica di tolleranza zero. Questo fa sì che la crescita sia più sensibile al numero dei contagi, e ha portato a dei veri e propri lockdown».

«Attualmente però la regione più colpita è quella dello Xi’an, che non rappresenta un tassello fondamentale dell’economia cinese e non ha compromesso l’attività a livello nazionale. Inoltre, le autorità nazionali hanno costantemente mostrato la loro disponibilità ad allentare la politica monetaria e fiscale per controbilanciare qualsiasi impatto negativo. In generale, le nostre previsioni per l’economia cinese, che ha già tenuto conto di alcune turbolenze legate al Covid, restano invariate e stimiamo una crescita annua del 5% per il 2022», prosegue.   

«Nella prima settimana dell’anno abbiamo assistito a un’accelerazione del processo di normalizzazione dei tassi d’interesse. Le minute del meeting di dicembre della Federal Reserve hanno rafforzato le aspettative secondo cui la banca centrale statunitense accelererà la riduzione degli acquisti di asset e nel 2022 ci saranno tre rialzi dei tassi di interesse già a partire da marzo. La Bce dovrebbe terminare il suo programma di acquisto di asset di emergenza lo stesso mese, dato che nella regione l’inflazione annuale ha registrato un livello record del 5%. Il mese scorso la Bank of England ha annunciato il suo primo rialzo dei tassi di interesse post-pandemia allo 0,25%. Complessivamente, vediamo che i fattori positivi del mercato sostengono ulteriormente le nostre previsioni favorevoli al rischio del portafoglio».   

«Siamo ottimisti sul fatto che in un ambiente inflazionistico ci siano ancora possibilità di crescita degli utili aziendali e di ulteriore spinta per gli indici azionari. Per quanto riguarda il reddito fisso, in linea con la normalizzazione della politica monetaria statunitense, siamo sottopesati sui titoli di stato e quelli investment grade a favore del credito asiatico e del debito pubblico cinese denominato in renminbi».

«La nostra esposizione all’oro resta al di sotto del nostro benchmark strategico, in quanto ci aspettiamo che il metallo prezioso subisca la pressione dell’aumento dei tassi reali» conclude. «L’attenzione dei mercati si concentra sui cambiamenti delle politiche delle banche centrali guidati da una solida attività economica e da un’inflazione elevata. Senza una roadmap che permetta di uscire dalla pandemia, il rischio di un errore di calcolo della politica monetaria o fiscale lascia intendere che i mercati rimarranno volatili».     

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