Il rimbalzo del Pil del trimestre luglio-settembre c’è, come confermano i dati dell’Istat attesi per oggi, ma soprattutto risulta – almeno dalle valutazioni della vigilia elaborate al Tesoro – superiore alle previsioni del Documento di programmazione di bilancio, la sintesi della Finanziaria, inviato a Bruxelles a metà ottobre.
Lo scrive Repubblica aggiungendo che il dato, che pure è in linea con una tendenza analoga in Europa e che riflette il recupero dell’attività nei mesi estivi, in Italia è migliore del previsto: più forte del 13,6% già contenuto nei più recenti documenti ufficiali. “Non si tratta di aritmetica, ma di economia”, osservano fonti del Tesoro replicando alla tesi di un recupero meramente meccanico.
A Via Venti Settembre si spiega che l’economia italiana nel periodo estivo ha ripreso in misura “quasi sorprendente”, come testimoniano anche i dati assai positivi dell’export extra-Ue di settembre superiori all’anno precedente e le settimane, durante l’estate, in cui gli italiani hanno speso più che dello stesso periodo del 2019.
La ripresa del terzo trimestre, si aggiunge al Mef, non è dipesa solo dal semplice fatto che si sono riaperti i settori produttivi, ma anche “in misura importante” dalle misure adottate dal governo, dalla cassa integrazione, ai ristori, alle garanzie sui prestiti bancari, alla moratoria sui mutui.
E la disastrosa valanga della seconda ondata che ci sta investendo in questi giorni con il conseguente lockdown selettivo? La tesi degli uomini del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è che i rischi al ribasso del quarto trimestre, ottobre-dicembre, dovuti purtroppo al ritorno delle politiche di contenimento, verranno “compensati” dal rimbalzo superiore alle aspettative del terzo trimestre.
Di conseguenza il risultato finale, pari ad una contrazione del 9%, dovrebbe rimanere sostanzialmente immutato ad un livello migliore delle previsioni di Fmi e Commissione europea. Anche perché i danni della pandemia sull’economia sono stati limitati dall’intervento di circa 100 miliardi, composto da tre decreti più il quarto “Ristori”, che hanno fornito 1,5 punti di Pil aggiuntivo.
A questo punto, la legge di Bilancio, approvata “salvo intese” a metà ottobre dal consiglio dei ministri, non dovrebbe essere rafforzata in quanto il Tesoro ritiene di avere risorse sufficienti per far fronte all’emergenza. Il documento è atteso in Parlamento per la prima settimana di novembre dove si stanno già programmando le audizioni, la prima fase dell’iter.
La “scorta” del Tesoro è composta, oltre al deficit del 10,8 di quest’anno, anche dai fondi europei Sure pari a 27 miliardi retroattivi (10 sono già praticamente in cassa) che servono per finanziare il massiccio intervento sulla cassa integrazione del 2020.
Resta la possibilità che, il prossimo anno, in caso di emergenza, si ricorra ad un nuovo scostamento del deficit fissato già al 7 per cento del Pil nella Nadef. Ma in questo caso, prima di agire, ci sono le risorse del fondo React Eu, pari a 4 miliardi che, a fianco del Recovery Fund, può essere utilizzato per sanità, pmi, turismo e cultura. “Prima la salute, le necessarie misure di contenimento e ci saranno sempre le misure economiche di supporto”, è la linea di Gualtieri.