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Matteo Tiraboschi, AD Brembo: “Con un utile di oltre 300 milioni si cercano nuove opportunità di M&A”

Numeri da record per Brembo.

Il gruppo specializzato in impianti frenanti tocca nel 2023 un utile netto a 305 milioni di euro (+4,2% sull’anno) e un fatturato di circa 3,85 miliardi (+6,1%).

Spinta che arriva da una crescita del settore auto e dei veicoli commerciali.

A livello geografico la notizia più importante è il miglioramento del giro d’affari in Germania (+11,8%) nonostante le difficoltà dell’economia tedesca.

Leggero rialzo sull’Italia mentre cala la Cina.

Ai soci andrà un dividendo unitario di 0,3 euro.

Volatile il titolo, che a fine giornata lascia sul terreno mezzo punto.

Soddisfazione ma anche cautela sul 2024 è stata espressa in un’intervista a Class Cnbc, ripresa da MF-Milano Finanza, da parte del presidente esecutivo, Matteo Tiraboschi.

Tiraboschi, che cosa si aspetta per i prossimi mesi?

Per prima cosa vorrei sottolineare la crescita, frutto degli investimenti di questi ultimi anni.

Inoltre, siamo riusciti a ridurre di circa 50 milioni l’indebitamento, il che non è un aspetto banale.

Il 2024 è un anno da scoprire per tutte le turbolenze macro e geopolitiche.

Quindi preferiamo essere prudenti e leggermente conservativi.

Per proiettare l’intero anno sulla profittabilità daremo indicazioni dopo l’approvazione del primo trimestre.

Il livello di inflazione che resta ancora alto rappresenta un problema?

Non particolarmente.

I clienti finali dei nostri prodotti non prestano molta attenzione al costo del denaro.

Per fortuna produciamo dove vendiamo, un aiuto straordinario per combattere le tensioni commerciali.

L’automotive sta dando segnali incoraggianti?

L’elettrificazione dell’auto sta cambiando le regole del gioco.

Tecnologie nuove creano nuove opportunità per chi ha la forza di investire ed è il nostro caso.

Si sta riferendo all’aiuto dell’intelligenza artificiale?

L’AI è un elemento chiave.

Noi di recente abbiamo lanciato un nuovo impianto frenante intelligente che permette una gestione dell’auto più sicura rispetto al passato.

La gestione dei dati sarà sempre più un’attività determinate per pianificare il futuro.

A livello geografico, il dato più preoccupante arriva dal rallentamento della Cina?

Sì, è vero, c’è un segno meno che però deriva solo dall’effetto cambio.

Resta un mercato straordinario, lo è stato in passato per i nostri clienti storici europei e americani che hanno portato lì la produzione con i loro brand e lo diventerà sempre più per i clienti cinesi che ormai stanno raggiungendo livelli altissimi di tecnologia.

Lo scorso anno il trasferimento di sede in Olanda, una scelta che ha portato con sé l’adozione del meccanismo del voto multiplo che aprirebbe lo spazio al m&a.

Siamo andati in Olanda per preparaci a future operazioni di crescita.

Lo stiamo facendo bene in maniera organica ma per avere un’accelerazione bisogna farlo anche in maniera non organica.

La piattaforma che offre Amsterdam aiuta molto a utilizzare il capitale sociale per far crescere l’azienda.

Poter diluirsi senza perdere il controllo dell’impresa ci permetterà di guardare a operazioni di m&a di qualunque tipo.

Considerando sempre una cosa: storicamente Brembo non ama andare avanti aumentando il debito.

Il titolo oggi vale poco meno di 12 euro quindi quanto valeva cinque anni fa.

Cosa manca per avere uno slancio?

Qual è il suo messaggio agli investitori?

Il titolo è ampiamente sottovalutato sul mercato.

Se lei immagina cosa eravamo nel 2019 come dimensioni ed ebitda e dove siamo oggi c’è evidentemente qualcosa che non torna.

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