“La formazione è la grande sfida del momento, di fronte alla rivoluzione tecnologica che viviamo
quotidianamente. Parliamo non solo di intelligenza artificiale generativa, ma anche di livelli di automazione cognitiva. Per giocare al meglio nel mondo del lavoro e nella realizzazione del progresso, dobbiamo formare le nuove generazioni: non è un se, è una cosa da fare altrimenti non diamo futuro alle nuove generazioni”. E’ l’intervento di Maria Chiara Carrozza in occasione del panel “La formazione come asset strategico del Paese: il ruolo delle nuove generazioni e i valori (perduti?)” agli Stati Generali della Ripartenza in corso a Bologna.
“Abbiamo fatto – ha detto – una modifica alla Costituzione, inserendo il valore della tutela della biodiversità, non sono tante le volte in cui la Costituzione è stata cambiata. Siamo di fronte a un grande sforzo collettivo per la tutela della biodiversità, sappiamo che il pianeta resisterebbe al cambiamento climatico, noi no come specie umana”.
“Sul tema dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza umana ci sorprende sempre, non so se riusciremo mai a capirla fino in fondo. L’intelligenza artificiale generativa ci dà l’impressione di competere con noi. Storicamente l’intelligenza artificiale è nata per emulare l’umano, senza però spiegare come avvenga questa emulazione. Ci sono alcune specifiche prestazioni in cui l’intelligenza artificiale può rendere veloci processi cognitivi, farlo rapidamente con una mole di dati, vedi il caso del riconoscimento facciale. Gli scienziati si chiedono fino a che punto l’intelligenza artificiale abbia capacità di emulare le capacità cognitive, possa essere simile all’intelligenza naturale che ci contraddistingue. C’è un grande desiderio di fare macchine che ci superino, ma poi ne abbiamo paura”.
“Sull’università del futuro, credo che debba essere inclusiva, riguardo al sapere e alle persone, nonché strategica, capace di far parte delle strategie di rinascita e crescita del Paese”.