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Luigi Di Maio, Made in Italy: «L’export spinge la diplomazia economica»

La diplomazia passa anche dai rapporti economici, e viceversa. Ne è convinto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, in un’intervista a Formiche.net dice di “aver sempre concepito la diplomazia economica come una componente fondamentale della politica estera. È questa consapevolezza – aggiunge – che mi ha spinto a sostenere il trasferimento alla Farnesina delle competenze in materia di commercio e internazionalizzazione delle imprese. Questa riforma ha consentito di unificare la visione d’insieme dei mercati stranieri grazie alla più stretta integrazione tra il MAECI e gli altri enti di sostegno pubblico all’export quali ICE-Agenzia, SACE e SIMEST. I nostri operatori possono ora contare su una rete di più di 390 uffici in tutto il mondo tra sedi diplomatico-consolari, Uffici ICE Agenzia e Uffici SACE all’estero”.

Sul lancio del ”Patto per l’Export”, Di Maio rimarca l’entità delle risorse stanziate: “Si tratta della cifra senza precedenti di 1,4 miliardi di euro per programmi a sostegno dell’internazionalizzazione del ‘Sistema Paese’. Quanto ai mercati a cui guardare – prosegue – penso che l’analisi non possa prescindere dall’impatto della pandemia. Da un lato, assistiamo a processi di ”reshoring” delle catene di valore, che potrebbero aprire nuove prospettive in alcuni mercati vicini, in primis la Germania. Dall’altro lato, converrebbe puntare su mercati nei quali la pandemia appare avviarsi verso una fase regressiva. Al di là di queste considerazioni, credo che gli accordi di libero scambio siglati tra l’UE e Paesi terzi possano comunque dischiudere rilevanti opportunità per le nostre imprese: penso, in particolare, a Giappone e Vietnam. E poi ci sono i paesi dell’Unione Europea, verso i quali si dirige ancora oggi oltre il 50% dell’export italiano”, conclude il ministro.

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