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[Lo scenario] Allarme Unindustria: si rischia la stagflazione per i consumi

Le aziende «bloccano la produzione perché i costi sono diventati insostenibili». A lanciare l’allarme sull’arrivo di una possibile «tempesta perfetta» è Fausto Bianchi, presidente Piccola Industria Unindustria. «Negli ultimi anni il processo di rafforzamento patrimoniale aveva portato una impresa su due ad avere una buona disponibilità di soldi in cassa. Ma questo processo si è bloccato e quest’anno, come scenario peggiore, si rischia un Pil in calo dell’-1,3%» dice in un’intervista al Messaggero.

«C’è il rischio di recessione, le imprese sono uscite dalla pandemia più fragili e indebitate», ha aggiunto Bianchi sottolineando che «già a fine 2021 registravamo un preoccupante rialzo dei costi energetici e sulle materie prime: a questo si aggiunge l’annoso problema della burocrazia. In più ora c’è il rialzo dei tassi di interesse dello 0,75% decisa dalla Banca Europea per fronteggiare l’inflazione: ciò significa mutui e prestiti più cari per famiglie e imprese che ormai, a causa dell’aumento delle bollette e del costo del denaro, non possono più produrre».

«Il timore è la stagflazione. L’economia laziale è fatta al 90% da piccole e medie imprese che non hanno la forza per affrontare questa crisi. Anche perché nel frattempo sono sorte altre aziende in Europa che non hanno gli stessi aumenti sulle forniture di gas ed energia elettrica e sono più competitive rispetto alle Pmi laziali che con fatica si erano create un mercato europeo», ha proseguito Bianchi precisando che «per molte aziende manifatturiere i costi di produzione sono aumentati del 300% a causa delle bollette di energia e gas».

Pertanto, «serve un tetto al prezzo del gas: se non lo fa l’Ue dobbiamo farlo subito noi a livello nazionale. Poi bisogna rinnovare i crediti di imposta legati a bonus ed ecobonus che scadono a dicembre e azzerare gli oneri di sistema sulle bollette, ovvero i contributi per l’energia. Poi serve il rinnovo delle moratorie per i pagamenti degli interessi sui debiti: le imprese non ce la farebbero a rispettare le rate, sono già tutte indebitate e stanno tenendo botta con il loro fatturato», ha concluso.

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