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[Lo scenario] La guerra travolge anche il panettone. «Impatto devastante. Ecco l’elenco dei costi più che raddoppiati»

La crisi energetica sta travolgendo le industrie, con esponenziali aumenti in bolletta. «La situazione è diventata insostenibile». Afferma il presidente e amministratore delegato di Balocco spa, Alberto Balocco, storico marchio dell’industria dolciaria del made in Italy, attiva fin dal 1927, che nel 2021 ha prodotto 66 mila tonnellate di prodotti da forno, con 185 milioni di euro di fatturato e 500 dipendenti tra fissi e stagionali. «Per i nostri forni a gas metano abbiamo speso nei primi 3 mesi di quest’anno quanto avevamo speso in totale nel 2021. Il gas è arrivato a costare per quattro volte in più rispetto al prezzo dell’anno scorso».

Impatto devastante

«La situazione era già difficile prima dello scoppio della guerra, con l’aumento dei costi dell’energia e di alcune commodities agricole. Ma l’impatto della guerra è stato devastante», conclude il presidente e ad dell’azienda che è co-leader nel mercato dei lievitati da ricorrenza, con una quota a volume del 18% per il Natale e del 19% per la Pasqua.

«La situazione è semplice: l’Ucraina, che è sempre stato il granaio d’Europa, esportava l’80% dei propri semi di girasole, da cui trarre l’olio. Adesso nel Mar Nero è tutto bloccato e quindi l’olio di semi di girasole, che è centrale nella preparazione dei nostri prodotti, è introvabile e quando si trova il suo costo è triplicato rispetto allo scorso anno. E questo sta avendo un effetto domino anche sugli altri oli vegetali. E pure la farina di grano tenero, anch’essa centrale per i nostri prodotti, ha visto il prezzo raddoppiare rispetto all’anno scorso». 

Nel 2021 l’azienda ha prodotto 66 mila tonnellate di prodotti da forno, con 185 milioni di euro di fatturato e 500 dipendenti tra fissi e stagionali.

Il boom di tutti i costi

E, aggiunge Balocco, «come se non bastasse, è aumentato del 30% anche il costo degli imballaggi, come anche le difficoltà sull’autotrasporto per via della difficoltà di reperire autisti, in gran parte provenienti dall’Est Europa, e anche per il caro-carburante, su cui per fortuna il governo è intervenuto», conclude. «Questo è uno scacco matto al nostro settore, è un’emergenza. Sarà inevitabile continuare ad aumentare i listini dei prezzi di vendita al pubblico dei nostri prodotti, è l’unico modo per sopravvivere».

Uno shock che serva all’Italia per cambiare

«Gli aumenti dei prezzi dei listini dei frollini, nella divisione continuativi – ha spiegato- che abbiamo inserito mesi fa non riescono a contenere l’aumento dei costi. È a rischio la redditività della nostra impresa e la stessa sopravvivenza», ha concluso.

«Spero e credo che lo shock della guerra ci apra anche gli occhi sull’esigenza per il nostro Paese di tornare a investire su energia e agricoltura. Serve una semplificazione delle procedure per l’installazione di energie rinnovabili, un aumento massimo dell’estrazione del gas nell’Adriatico e dove disponibile, lavorando anche sui rigassificatori. E poi è necessario tornare a coltivare tutti quei terreni agricoli lasciati finora a riposo per ridurre la nostra dipendenza dal grano estero. Oggi la nostra produzione copre poco più del 40% del nostro bisogno. Troppo poco». 

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