Il piano sugli stoccaggi del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sta «procedendo con una certa regolarità» nonostante i prezzi elevati del gas. «Siamo intorno al 58%, il gruppo Snam sta facendo un lavoro egregio, Eni ha fatto il suo stoccaggio e anche gli altri operatori stanno procedendo». Lo ha detto il ministro intervistato a RaiNews24.
«Gli operatori non hanno liquidità sufficiente a fare questi stoccaggi» ha spiegato il ministro «e come Governo stiamo cercando di dare una mano» con le garanzie Sace attivate con l’ultimo decreto. «C’è una piccola restrizione di gas russo compensata dai contratti africani», ha ricordato Cingolani, «noi dobbiamo arrivare a ottobre-novembre al 90% di stoccaggi pieni». Poi, secondo il titolale del MiTe, la strada sarà più in discesa poiché arriveranno «18 mmc di nuovo gas il prossimo anno e per il 2024 circa 25 mmc. Potremo così soppiantare la fornitura russa – 29 mmc – e 5 mmc in meno saranno il nostro contributo alla decarbonizzazione che non si ferma».
Quanto alla Russia, che ha minacciato la rinegoziazione dei contratti di Gazprom in caso si arrivi a stabilire un price cap a livello internazionale, il ministro ha replicato: «non è certamente la mia sfera di lavoro, ma ci sono dei contratti internazionali, certamente bisogna rispettarli. Se ci troviamo in un’economia di guerra lo dobbiamo alla stessa Russia che adesso parla di rispetto di vincoli contrattuali», ha evidenziato il ministro, ribadendo che «i prezzi del gas non sono motivati così alti. solo un problema di mercato, mettiamoci un po’ le mani su questa cosa».