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[Lo scenario] È iniziato il crollo dell’industria europea

Secondo quanto evidenziato da Oxford Economics, la produzione industriale nell’area euro è scesa del 2,3% a luglio su base mensile e del 2,4% a livello annuale. Il dato congiunturale ha deluso nettamente il consenso degli economisti che si aspettavano un dato in contrazione dello 0,7% m/m. La produzione industriale di luglio mostra che l’industria dell’Eurozona era già in difficoltà prima della recente escalation della crisi energetica europea, con la chiusura dei flussi di gas lungo Nord Stream che ha portato a forti aumenti dei prezzi nei mercati europei dell’energia all’ingrosso.

Il calo del 2,3% è stato aggravato da una forte contrazione della produzione industriale irlandese, quasi -19%, ma tre delle quattro grandi economie dell’Eurozona hanno registrato una contrazione mensile, mentre solo l’industria italiana ha registrato una crescita positiva, afferma Rory Fennessy, economista di Oxford Economics. Secondo Fennessy, ulteriori contrazioni della produzione industriale sono attese dal momento che i prezzi all’ingrosso del gas e dell’elettricità rimarranno più alti a lungo, provocando una distruzione della domanda.

«Il calo mensile del 2,3% della produzione industriale dell’Eurozona registrato a luglio è stato in gran parte dovuto al forte calo della produzione irlandese, concorda Jessica Hinds, economista senior per l’Europa di Capital Economics. Tuttavia, anche escludendo l’Irlanda, la produzione è diminuita a luglio, con le industrie ad alta intensità energetica in difficoltà». In prospettiva, gli alti costi dell’energia sembrano destinati a pesare sull’industria e i sondaggi dipingono un quadro desolante, secondo Hinds. «Le indagini suggeriscono che il settore si troverà in una situazione peggiore nella seconda metà dell’anno», afferma l’economista. Inoltre, la domanda si sta indebolendo. Capital Economics prevede una contrazione dell’industria della zona euro nei prossimi trimestri.

Ing ritiene infine che la debolezza del settore manifatturiero continuerà nella seconda metà dell’anno, soprattutto a causa del rallentamento dei nuovi ordini e del persistere di problemi dal lato dell’offerta. La crisi energetica ha iniziato a provocare tagli alla produzione nell’Eurozona per i produttori a maggiore intensità di gas e altri problemi di approvvigionamento si sono attenuati ma non sono scomparsi, afferma Bert Colijn, economista senior di Ing. Le imprese hanno riferito che i nuovi ordini sono nuovamente rallentati ad agosto, il che significa che le scorte stanno aumentando e il lavoro arretrato sta diminuendo. Nel complesso, ciò suggerisce aspettative di produzione modeste per la seconda metà dell’anno nel settore manifatturiero, secondo Colijn.

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