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[Lo scenario] Deutsche Bank conferma: la recessione tedesca è inevitabile

Secondo quanto ha affermato Christian Sewing, ceo di Deutsche Bank, una recessione in Germania è inevitabile, poiché l’alta inflazione colpisce le finanze dei consumatori e delle imprese. Lo ha dichiarato in un discorso tenuto durante l’Handelsblatt Banking Summit di Francoforte, puntualizzando che l’economia tedesca sembra comunque sufficientemente solida per far fronte a un’eventuale recessione, perché i bilanci delle imprese sono solidi e il debito è basso rispetto agli standard internazionali.

I dati macro confermano il quadro cupo per l’economia di Berlino. La produzione industriale in Germania è calata dello 0,3% a livello mensile a luglio. Su base annuale, il dato è in flessione dell’1,1%. La lettura congiunturale è leggermente migliore del consenso degli economisti al -0,4% m/m. Infine l’output del comparto manifatturiero è sceso dell’1% rispetto al mese precedente, mentre quello del settore costruzioni è cresciuto dell’1,4% m/m.

«Una ragione importante» alla base del calo della produzione industriale, e soprattutto di quella manifatturiera, tedesca «sembra essere il massiccio aumento dei prezzi dell’energia. Questo perché la produzione, in particolare nei settori ad alta intensità energetica, è diminuita in modo significativo. È probabile che questo trend continui nei prossimi mesi, con il risultato che la produzione industriale potrebbe diminuire ulteriormente nonostante un certo allentamento delle catene di approvvigionamento», affermano gli economisti di Commerzbank. Non c’è tregua in vista per l’industria tedesca, che probabilmente subirà una contrazione per il resto dell’anno a causa della crisi energetica che ha colpito duramente il settore manifatturiero, aggiunge Franziska Palmas, senior markets economist di Capital Economics.

«L’industria continuerà ad affrontare i venti contrari derivanti dai prezzi dell’energia alle stelle e, probabilmente, dal razionamento del gas, oltre che dai maggiori costi di finanziamento dovuti all’aumento dei tassi di interesse», afferma Palmas. L’esperta prevede che il calo dell’attività industriale contribuirà a far precipitare l’economia tedesca in recessione. La pandemia di Covid-19 e l’attuale crisi energetica dimostrano poi che la Germania non dovrebbe dipendere troppo da un singolo Paese o da una singola regione, in particolare dalla Russia e dalla Cina, ha proseguito Sewing.

«Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che le nostre auto, i nostri riscaldamenti e le nostre fabbriche non siano in grado di funzionare solo quando un autocrate al Cremlino è favorevole», ha aggiunto il ceo. Per quanto riguarda infine la Cina, che è il principale partner commerciale della Germania, il suo crescente isolamento e l’escalation delle tensioni con gli Stati Uniti rappresentano un rischio considerevole, secondo Sewing. «Ridurre questa dipendenza dalla Cina richiederà un cambiamento non meno fondamentale rispetto allo svincolamento dall’energia russa». 

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