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[ll reportage] E Macron in campagna elettorale propone ai francesi il modello pensionistico italiano  

In Francia “bisognera’ lavorare di piu’, come in Italia, Spagna e Germania. Innalzeremo l’eta’ pensionabile a 65 anni”. 

Nonostante la guerra in Ucraina e due anni di Covid che hanno soffocato la campagna presidenziale, a una settimana dal voto Emmanuel MACRON è al suo posto di combattimento e chiama i suoi alla “mobilitazione generale”. 

Ha aperto e concluso la campagna elettorale in un solo grande comizio, 35.000 persone, governo e première dame Brigitte in prima fila, rivendicando quanto realizzato in questi cinque anni di mandato e rilanciando nuove ambizioni fino al 2027. 

Più lavoro 

Più Europa, più lavoro, più prosperità per tutti: MACRON ha pronunciato un discorso orgoglioso e vibrante smentendo chi lo voleva stanco e impaurito dalla rimonta di Marine Le Pen, ormai a soli 5 punti di distacco da lui nei sondaggi sul sempre più probabile ballottaggio. Gli spalti del Défense Arena di Nanterre, grande palazzetto dello sport e sala da concerti alle porte di Parigi, sono affollati di sostenitori non soltanto con bandiere francesi ma con tante bandiere blu dell’Europa. 

Uno striscione proclama “In 27 è meglio”

Al centro della sala il palco, di fronte le due grandi bandiere, francese ed europea, il cui accostamento sotto l’Arco di Trionfo aveva provocato l’ira dell’estrema destra. “Uno, due, ancora 5 anni” gridava la folla interrompendo spesso MACRON, entrato lentamente in sala nel buio, seguito dai riflettori, sulle note celebrative di “Crossing the Horizon”. Si parte per 2 ore e mezzo di comizio senza respiro e si comincia con la guerra e chi “bombarda la democrazia a poche ore da Parigi”. 

“Qui non si fischia nessuno”

Fischi, ma il presidente li zittisce: “lottiamo ogni giorno per la pace, ma qui non si fischia nessuno”. Un’esortazione che torna a più riprese: “non li fischiate, convinceteli” è il refrain di MACRON, che parte rivendicando orgogliosamente le promesse mantenute: “la disoccupazione è ai suoi minimi, abbiamo fatto la riforma della scuola, investimenti per tutte le categorie, abbiamo lasciato aperte le nostre scuole durante la pandemia, con i pasti a un euro per gli studenti. Non abbiamo lasciato indietro nessuno – ha continuato – Un milione di studenti hanno avuto il pass culture, abbiamo una legge sulla procreazione assistita”. 

E poi chiama l’applauso della folla per medici e infermieri eroi del Covid e per gli insegnanti. Con un angolo commosso ed emozionante alla memoria di Samuel Paty, il professore decapitato da un fanatico jihadista all’uscita dalla scuola. E ora? Si parte con “6.000 euro netti di bonus ai lavoratori da quest’estate”, poi aiuti alle “madri sole”, nuove “soluzioni per gli anziani”: “io sono lucido, tanti studenti sono ancora scontenti – ammette MACRON – il nostro ascensore sociale è spesso guasto, bisogna remunerare di più medici e insegnanti”. 

Come in Italia

Più tasse? Più debito? No, “si lavorerà di più – è la ricetta di MACRON – lo stato-provvidenza non esiste, lo stato sociale non c’è senza un apparato produttivo forte, una Francia che cresce e va avanti”. Quindi, più lavoro e pensione a 65 anni: “non credete a quelli che dicono che con la pensione a 60 anni andrà tutto bene, non è vero. Il nostro impegno è la piena occupazione nei prossimi 5 anni, è possibile”. Si passa ai ringraziamenti, il primo spetta di diritto a “colei che mi dà più di tutti”, Brigitte, la première dame alla quale i sostenitori dedicano una lunga standing ovation, poi i due premier, Edouard Philippe e Jean Castex. 

La risposta agli avversari 

E l’appello a tutti quelli che vogliono unirsi ora, “dai gollisti ai socialdemocratici, fino agli ecologisti che ancora non l’hanno fatto”. Il finale è tutto per le estreme: quelli che predicano il “grande nanismo” della Francia (riferimento al polemista di estrema destra Eric Zemmour e alla sua teoria della “grande sostituzione”), a chi predica odio e “comunitarismo”, contro “la forza tranquilla della fratellanza”. “Buona fortuna a quelli che, di fronte alla Russia – ha gridato – predica la grande ritirata”. Ad occhi chiusi, con i fan sul palco, MACRON canta la Marsigliese e chiude il suo unico comizio elettorale di questa campagna. Mentre l’ombra di Marine Le Pen, seconda nelle intenzioni di voto a 7-8 punti di distanza nel 1/o turno e a soli 5 punti nel ballottaggio, si allunga come quella dei grattacieli del quartiere finanziario della Défense.

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