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[L’intervista] Roberto Cingolani (ministro alla transizione ecologica): «Paghiamo alla Russia un miliardo di euro al giorno per il gas. Ma se il rubinetto si chiude, siamo pronti»

“Noi dalla Russia importiamo 29 miliardi di metri cubi di gas. Questi vanno sostituiti. Al momento abbiamo realizzato una operazione anticipata e rapida e a primavera inoltrata 15 miliardi saranno rimpiazzati. Rimane la metà stiamo lavorando su rinforzo delle infrastrutture, rigassificatori e contratti di lungo termine. Ventiquattro, 30 mesi dovrebbero bastare per renderci indipendenti”.

Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Diamo ai russi un miliardo al giorno

“Mi spiace parlare di denaro e di situazioni che interessano il benessere di noi cittadini dei Paesi più ricchi in un momento come questo. Ma per rispondere faccio presente che in questo momento il gas si vende a oltre 300 euro per megawattora e questo gas che continua a fluire e che noi acquistiamo in Europa per le nostre industrie, il nostro riscaldamento, la nostra elettricità frutta ai russi quasi un miliardo di euro al giorno; quindi non sono sicuro che loro vogliano chiudere i rubinetti”.

“Ho citato il numero di un miliardo di euro – ha proseguito il ministro intervenendo alla trasmissione tv di RaiTre Agorà – proprio per far capire che mentre il mondo applica le sanzioni c’è un canale preferenziale sull’energia che in realtà porta valuta pregiata in Russia. Da un certo punto di vista stiamo però tutti lavorando per differenziare   e distaccarci ma tutto questo richiede tempo”. 

Se la Russia chiude rubinetto il Paese va avanti

“Se dovesse, per qualche motivo, essere interrotta completamente la fornitura di gas dalla Russia le nostre riserve attuali e il piano di contingenza di emergenza che abbiamo fatto ci darebbero   comunque un tempo sufficientemente lungo per arrivare alla stagione buona (8 o 10 settimane ndr). Abbiamo ancora un po’ di stoccaggio, abbiamo altre situazioni che possono essere messe in   funzione. Come ho detto ad aprile dovremmo avere fra i 15 e 16 miliardi di metri cubi, meta’ di quel gas da altre fonti, il che vuol dire che di fatto non dovremo fermare nulla” prosegue il ministro.

Puntare sulle rinnovabili

Accelerare sulle rinnovabili e potenziare la nostra capacità di rigassificare per ridurre nel breve periodo la nostra dipendenza. “Noi al momento abbiamo 3 rigassificatori che vanno più o meno al 60% della loro capacità di servizio per via del bilancio energetico globale e questi possono a breve essere portati ad un’efficienza superiore e quindi produrre più gas. A metà di quest’anno inoltre   installeremo un primo rigassificatore galleggiante e costruiremo altre infrastrutture nei prossimi 12-24 mesi”.Dal punto di vista ambientale, sottolinea il ministro, “non bisogna confondere: la quantità di gas che stiamo discutendo è esattamente la stessa che bruciamo oggi. Se la situazione permarrà com’è adesso, noi consumeremo lo stesso gas di oggi, accelereremo sulle rinnovabili in   tutte le forme e quindi penso di poter dire con un ampio margine di sicurezza che noi garantiremo comunque il percorso di decarbonizzazione al 55%” sottolinea Cingolani.

Non riapre nessuna centrale a carbone

“In merito al carbone il governo ha detto che qualora ci fosse un’emergenza energetica, e quindi con tutti i se connessi all’interruzione del gas russo, si potrebbero mandare a pieno regime   le due centrali principali ancora in funzione che sono Brindisi e Civitavecchia. Potrebbero dunque per un periodo limitato produrre energia in caso di mancanza. Non riapriamo nulla. Quelle che sono   chiuse non si riaprono e quindi si tratta solo di una possibilità in caso di emergenza molto più forte di quella attuale, limitata nel tempo”.

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