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[L’intervento] Giovanna Gigliotti (Ad Unisalute): «I nostri servizi di telemedicina durante il lockdown hanno permesso il contatto tra medico e paziente»

Giovanna Gigliotti, Amministratore Delegato di UniSalute Spa, è intervenuta all’evento tenutosi a Bologna organizzato dall’Osservatorio Riparte l’Italia ed ha partecipato al panel dal titolo “La sanità che vogliamo”: vi riportiamo di seguito il suo intervento integrale.

Buon pomeriggio anche da parte mia e vi ringrazio molto per questa opportunità. Sui grandi temi generali siamo tutti d’accordo: questo stress test ha dato onore e reputazione al nostro paese, abbiamo reagito con forza, dignità e anche con la creatività che gli italiani hanno nei momenti di grande difficoltà. Ha ragione la Dottoressa Gibertoni, il Covid-19 ha rappresentato una lente di ingrandimento che ha messo a fuoco diversi elementi già di nostra conoscenza: la gestione della sanità che è avvenuta per tanti anni in un’ottica di riduzione dei costi e comunque l’eccellenza del nostro Sistema Sanitario Nazionale che è riuscito ad affrontare a testa alta questa situazione di criticità senza precedenti.

Tuttavia oggi occorre riflettere su temi importanti che riguardano tutti noi, perché ci troviamo in una fase cruciale, in uno snodo importante, come affermato questa mattina anche dal Premier Conte. Abbiamo superato, anzi stiamo ancora attraversando questa pandemia che speriamo termini presto, anche grazie al contributo dei nostri ricercatori. Tutti ci auspichiamo che a breve sia disponibile il vaccino per il Covid-19 ma nel contempo occorre fare attenzione, perché gli scienziati dicono che potrebbe essere iniziato un nuovo corso e dopo il Covid-19 potremmo aspettarci anche altri virus.

Ritengo quindi che dagli aspetti evidenziati sia sempre più necessario rivolgere l’attenzione verso nuove opportunità in ambito sanitario, che tutti gli attori del sistema sono inviati a cogliere per un cambiamento organizzativo e culturale, e per la definizione di nuovi modelli di presa in carico dei pazienti che prevedano sempre di più un’integrazione tra sanità pubblica a privata.

In particolare ritengo che la sanità integrativa possa avere sempre di più un ruolo determinante in supporto al SSN nelle nuove sfide della sanità.

Io rappresento UniSalute, la Compagnia del Gruppo Unipol specializzata in polizze sanitarie che si pende cura ogni giorno della salute di quasi 9 milioni di clienti. Noi gestiamo da 25 anni piani sanitari integrativi, collettivi e individuali e siamo i leader nella gestione delle coperture sanitarie per i Fondi sanitari di categoria e per le Casse professionali. Attraverso le nostre soluzioni di sanità integrativa riusciamo ad offrire una risposta organizzata, un supporto alla sanità pubblica che in questi anni ha mostrato alcune criticità. Pensiamo ai lunghi tempi di attesa: la necessità di attendere mesi per potere fare un esame clinico o per poter fare una visita specialistica determina un incremento inevitabile dei costi sanitari a cui si a cui faceva riferimento nel corso di questo convegno.

Si fa sempre più pressante quindi ripensare a un sistema di integrazione pubblico-privato che garantisca la sostenibilità delle cure, in cui il Pubblico mantenga la sua centralità ma vengano ampliati gli interventi delle forme sanitarie integrative.

Lo sviluppo di forme di sanità integrativa nell’ultimo decennio, si deve senza dubbio alla contrattazione nazionale e di secondo livello che ha consentito di portare questo importante strumento di welfare sanitario sul tavolo delle trattative di rinnovo di  molti contratti, anche grazie ai vantaggi fiscali riconosciuti a questi strumenti da una legislazione sempre sensibile a questi temi e comunque lungimirante.

Attraverso le nostre coperture collettive, in particolare attraverso i Fondi di categoria riusciamo a fornire un’integrazione sanitaria ad una popolazione attiva di quasi 13 milioni di lavoratori che hanno un reddito medio/medio basso e che non avrebbe la possibilità di acquistare una polizza sanitaria integrativa intesa come una polizza individuale.

Vorrei ora raccontarvi la nostra esperienza durante l’emergenza Covid.

Mentre i nostri medici e i nostri infermieri lavoravano alacremente in condizione di grande difficoltà, per quel poco che potevamo fare anche noi non siamo stati a guardare e abbiamo dovuto rispondere in tempi brevissimi alle esigenze di sostegno di più soggetti in stato di bisogno lanciando prodotti e servizi ad hoc per rispondere a questa crisi senza precedenti.

Oltre a prodotti assicurativi con coperture specifiche per il Covid-19, durante il periodo di emergenza abbiamo introdotto con successo servizi di telemedicina quali il teleconsulto medico e il video consulto medico specialistico per un contatto con i pazienti direttamente al domicilio.

Abbiamo raccolto quell’istanza di preoccupazione e di paura che si alzava dalla società e che doveva trovare una risposta.

Considerando la chiusura di tutti i poliambulatori privati per evitare la diffusione del contagio e della pandemia, le persone si sentivano un po’ spaesate e non sapevano a chi rivolgersi.

Attraverso il nostro servizio di videconsulto specialistico il paziente ha potuto entrare in contatto con uno specialista, dialogare con il medico attraverso un supporto digitale, e lo ha fatto potendo anche scambiare la documentazione clinica che lo riguardava e ricevendo le indicazioni rispetto la sua patologia. Ora, è evidente che questo di per sé non risolve il problema, perché ci sono altre mille circostanze in cui la fisicità della relazione medico/paziente diventa indispensabile. Tuttavia è stato un successo perché abbiamo percepito che questo bisogno di avere un supporto, un confronto con il medico in un momento di grande difficoltà è stato, almeno in questa fase, arginato. Per concludere vorrei dire che queste esperienze servono, come tutte le altre che abbiamo fatto, affinché tutti noi ne facciamo tesoro e seguiamo la giusta direzione. E’ necessario un grande mutamento di prospettiva e una presa di posizione da parte dello Stato nella promozione di una maggiore sinergia pubblico/privato con lo sviluppo di  forme di assistenza sanitaria integrative e non sostitutive rispetto al sistema pubblico che ne condividano la missione di tipo solidaristico.

Dobbiamo lavorare in modalità corale, ognuno secondo la propria specificità, la propria competenza mettendo a disposizione del paese tutto quello che si può fare per migliorare l’esperienza dei cittadini e garantire una sanità migliore.

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