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[L’intervento] Angelica Donati (presidente ANCE Giovani): «Il rincaro dell’energia e delle materie prime cambia lo scenario del PNRR. Servono contromisure urgenti»

A distanza di oltre due mesi dall’inizio della guerra in Ucraina le conseguenze economiche delle tensioni internazionali rischiano di modificare drasticamente il quadro dell’industria italiana e di frenare la ripresa. La ripartenza nella fase post-pandemica è stata caratterizzata da problematiche, tuttora persistenti, come il caro materiali e a cui si aggiunge ora il rincaro dell’energia, con pesanti ripercussioni anche sull’attuazione di parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

L’impatto sul settore costruzioni

Uno dei settori più colpiti è quello delle costruzioni, altamente strategico per la ripresa del Paese. Dopo anni di crisi questo comparto ha intravisto una prospettiva di crescita, registrando nel 2021 un aumento tendenziale del 20,7% dei livelli produttivi del settore e un incremento degli investimenti pari al 16,4% rispetto al 2020.

Dati significativi che, tuttavia, allo stato attuale è difficile vedere come parte di un trend. Il caro materiali e l’aumento vertiginoso del costo dell’energia stanno cambiando le prospettive delle imprese e rendono difficile prevedere i costi e i tempi per la realizzazione di opere e infrastrutture. Gli ingenti costi delle materie prime, introvabili, costringono, infatti, le imprese a chiudere cantieri avviati nella fase post-pandemica, un danno enorme con gravi ripercussioni anche sull’indotto del comparto delle costruzioni, dove ogni euro speso genera un moltiplicatore di 3,5.

Il cambiamento del PNRR

Il rincaro dell’energia e delle materie sta quindi cambiando lo scenario del PNRR. Il Documento di economia e finanza (DEF), approvato alcuni giorni fa dal Parlamento, include una serie di misure che riflettono l’urgenza di una situazione che impone di ridefinire la politica economica del momento: dal contenimento dei prezzi dell’energia alla proroga a effettuare il 30% dei lavori per le villette per usufruire del Superbonus, all’allentamento dei limiti per la cessione dei crediti edilizi, consentendola a istituti diversi da banche ed assicurazioni.

Ma se la piena attuazione del Piano rappresenta un obiettivo cui puntare bisogna quanto prima ridefinirne i confini temporali, anche alla luce del vertiginoso aumento dei prezzi, che si accompagna ad altre problematiche come la carenza di manodopera e l’accelerazione dell’inflazione. Come suggerito da molti occorrerà, poi, rinviare alcuni degli obiettivi della transizione ecologica – che, ovviamente rappresenta uno sforzo economico non indifferente per le imprese – e attuare contromisure urgenti che aiutino le imprese a sostenere i costi, garantendo liquidità.

Le contromisure necessarie

Per sostenere il settore delle costruzioni è necessario, inoltre, intervenire con l’adeguamento dei prezzari ai reali valoro di mercato per i lavori in corso e per le nuove opere, che dovrebbe essere reso obbligatorio. Va superato il meccanismo delle compensazioni che portano le aziende a dover anticipare somme ingenti e ad avere ristori parziali, a favore di un vero meccanismo di revisione prezzi automatico che sia obbligatorio in tutti i contratti.

Tutto questo rientra in una più ampia visione a lungo termine che guarda al PNRR come a una grande opportunità da sfruttare anche per coinvolgere i giovani in un settore come quello delle costruzioni che da anni sta attraversando una crisi generazionale, con un’età media degli addetti di oltre cinquant’anni, risultando ancora poco attrattivo. Il blocco delle opere e dei cantieri è quindi un ostacolo anche allo sviluppo di risorse, competenze e professionalità che l’evoluzione del settore, con sfide importanti da affrontare, come la digitalizzazione e la sostenibilità, ci richiede. Ma più in generale è un ostacolo alla ripartenza dell’Italia.

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