Basterebbe un solo dato per spiegare quanto sta accadendo sotto i nostri occhi: eolico e fotovoltaico sono le fonti energetiche che sono cresciute più velocemente nel corso della storia.
Nessun’altra fonte energetica è passata così rapidamente da una produzione di 100 a 1.000 Terawattora all’anno: ci sono voluti 8 anni per il solare e 12 per l’eolico.
Non regge il passo il gas naturale, che ha impiegato 28 anni.
E nemmeno il carbone, con il quale si arriva a 32 anni.
Per restare alle rinnovabili, all’energia idroelettrica ci sono voluti 39 anni, ma va ricordato che stiamo parlando di una tecnologia che si è sviluppata alla fine dell’Ottocento e che ha contribuito al successo della Seconda rivoluzione industriale.
Fa in parte eccezione l’energia nucleare: la fissione dell’atomo è passata da 100 a 1.000 Terawattora in dodici anni, ma a differenza dell’eolico è in calando.
È uno dei dati più significativi contenuti nell’ultimo rapporto di Ember, il think tank europeo che si occupa di transizione e cambiamenti climatici e che ha appena pubblicato la sua revisione annuale sullo stato dell’energia a livello globale.
I dati del dossier lasciano ben pochi dubbi sul futuro che ci aspetta, scrive Affari&Finanza di Repubblica.
Punto primo: le fonti rinnovabili stanno crescendo abbastanza velocemente da arrivare già alla fine di quest’anno a superare la domanda di energia nel mondo, per quanto in ulteriore crescita.
Il che significa che siamo ormai prossimi al picco della produzione di energia da fonti fossili.
E, di conseguenza, anche al picco delle emissioni inquinanti. Punto secondo: nel 2023 la corsa delle rinnovabili è proseguita inarrestabile.
Merito soprattutto del solare, che ha compensato la frenata dell’eolico, che ha “solo” confermato la crescita dell’anno precedente, e il calo dell’energia idroelettrica che ha sofferto per la seconda stagione consecutiva degli effetti negativi di una prolungata siccità.
Il risultato finale parla di energie rinnovabili che hanno soddisfatto per la prima volta oltre il 30% della domanda globale di elettricità, mentre le fonti fossili sono in calo al 60% del totale e il nucleare è sceso sotto il 10%.
Gli effetti positivi sono più di uno.
Per esempio, la crescita complessiva delle rinnovabili – si legge sempre nel rapporto di Ember – ha frenato il ricorso ai fossili, impedendo emissioni aggiuntive per 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
Secondo elemento a favore: sempre nel 2023, il fotovoltaico ha prodotto più del doppio della nuova produzione di energia rispetto a quella generata dal carbone.
Guardando ai dati, il solare ora copre il 5,5% della produzione globale di elettricità (era al 4,6% l’anno precedente), mentre l’eolico è rimasto stabile al 7,8%.
E tutto questo è avvenuto in un anno non particolarmente brillante per le fonti rinnovabili.
Si fa per dire, naturalmente: nel 2023 solare ed eolico hanno aggiunto 513 Terawattora di capacità, in lieve calo rispetto ai 517 Twh in più dei dodici mesi precedenti.
Il motivo?
Una minore “irradiazione” (ovvero una luce solare meno intensa), in particolare in Cina, il Paese al mondo dove negli ultimi anni il fotovoltaico è cresciuto più velocemente.
Lo stesso si può dire dell’energia eolica: si è verificato, per la prima volta dal 2001, un calo della capacità produttiva a causa delle condizioni atmosferiche poco favorevoli: in pratica, condizioni di vento più deboli (per un calo comunque limitato al 2,1%).
Ha influito anche la corsa dei prezzi delle materie prime negli ultimi due anni, che ha fatto prima lievitare i costi dei progetti in corso e in qualche caso ha costretto gli operatori a rinviare i lavori.
Risultato: come spiega lo studio di Ember, più di 30 miliardi di investimenti sono stati sospesi nel 2023, di cui almeno una decina di grandi progetti off shore tra Stati Uniti ed Europa.
Tutto questo ha provocato un rallentamento della crescita, ma non ha assolutamente invertito la tendenza in atto.
Eolico e solare sono così passati dallo 0,2% del mix elettrico globale dell’anno 2000 al 13,4% dell’anno scorso.
E la loro quota complessiva è cresciuta di un altro punto e mezzo percentuale.
Ma in futuro che cosa accadrà?
La domanda è destinata inevitabilmente a crescere, perché ci si avvia a un uso dell’energia sempre più elettrificato.
Elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde, sistemi di raffreddamento e riscaldamento, pompe di calore ma anche data center in costante crescita per lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale: sono solo alcune delle tecnologie alimentate con elettricità e non più con i fossili.
Per non parlare delle auto: in questo caso il dato arriva dall’ultimo report dell’Aie.
L’anno scorso sono stati immatricolati nel mondo 14 milioni di veicoli “con la spina”.
Questo porta il numero totale a 40 milioni, con un aumento del 35% in un anno.
E se teniamo conto che la domanda di veicoli elettrici è destinato a crescere (trainati dalla Cina), che gli Stati Uniti cominceranno a cogliere i risultati dell’Inflaction reuction Act dell’amministrazione Biden, tutto rivolto alla transizione, e che l’inizio dell’anno è maggiormente piovoso e con venti favorevoli, ci si può aspettare un 2024 ancora più brillante per le rinnovabili.