Ad affermarlo ĆØ Francesca Dominici, biostatistica e direttrice della Data Science Iniziative di Harvard. “Il Covid ha acceso un potente riflettore sugli ostacoli aggiuntivi che ricercatrici e scienziate devono affrontare per tenere il passo rispetto ai colleghi maschi. Non vorrei essere nei panni delle giovani ricercatrici, costrette dal virus a conciliare famiglia e smart-working. E non mi meraviglia che la produzione scientifica femminile sia calata negli ultimi mesi”. Ā Ā Ā Ā
“Sulle donne – ha detto la Dominici ad Avvenire – ĆØ gravato il peso maggiore dell’emergenza sanitaria e, soprattutto, delle misure di lockdown messe in atto per contenerla, in primis la chiusura delle scuole e dei centri per l’infanzia.Ā Con la pandemia, le attivitĆ di gestione Ā ordinaria sono cresciute enormemente: dalla cura dei figli impegnati nelle lezioni a distanza alle commissioni per i parenti più anziani e, dunque, vulnerabili all’infezione. Nel mentre, il ricorso ad aiuti esterni si ĆØ fatto più difficile a causa dell’isolamento. E ad occuparsene sono state le donne. Scienziate incluse”.
Poi sul Covid: “Il virus attacca i Ā polmoni – ha spiegato – abbiamo, dunque, analizzato come l’esposizione di questi al particolato sottile ne determini una maggiore vulnerabilitĆ alla malattia. E siamo arrivati alla conclusione che più questa ĆØ prolungata maggiore ĆØ la capacitĆ del Covid di uccidere. Anche un piccolo incremento del livello di inquinamento determina un incremento Ā della mortalitĆ dell’8 per cento”.








