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[L’analisi] Rapporto Uilca: il futuro rimane incerto anche se crescono gli utili delle banche

Crescita degli utili e dei ricavi: le banche stanno bene, ma le ombre si addensano sul futuro, a causa dell’inflazione e dell’incertezza sulla crescita economica. Intanto, secondo quanto rileva la Banca d’Italia, i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono collocati a giugno al 2,37%, mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,34%.

Le dieci maggiori banche italiane nel primo semestre dell’anno, secondo un rapporto del Centro Studi Uilca, Orietta Guerra, hanno registrato una crescita complessiva del 5,5% dell’utile contabile, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 6,8 miliardi di euro. I risultati economici «sono stati influenzati da operazioni straordinarie, quali l’acquisto di Carige da parte di Bper e le svalutazioni realizzate da Intesa Sanpaolo e Unicredit sugli assets coinvolti nella guerra della Russia contro l’Ucraina, che tuttavia non sembrano impattare sul raggiungimento degli obiettivi indicati nei rispettivi piani industriali», spiega la ricerca. In aumento anche i ricavi che segnano un aumento del 3,9%, sia dal lato dei margini d’interesse (+7,2%), che in prospettiva potrebbero ulteriormente crescere per l’ampliamento dello spread raccolta impiego, sia dal lato delle commissioni (+2,2%).

L’incidenza delle commissioni e del margine d’interesse sui ricavi, rispettivamente del 41,3% e del 43,7%, «potrà produrre vantaggi alle banche per l’aumento dei tassi d’interesse ma allo stesso tempo, in un contesto economico che si prospetta di recessione o di minore crescita attesa, si avranno sicuramente impatti sugli attori economici», commenta Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca Orietta Guerra. I costi dell’energia e delle materie prime, oltre a un sentiment negativo, con un indice Pmi manifatturiero sotto i 50 punti a luglio, imporranno alle banche una maggiore attenzione nella gestione del credito per evitare future crescite di crediti deteriorati, che si stanno riducendo grazie alle politiche di derisking attuate da tutte le banche.

L’inflazione e l’aumento dei costi di energia e materie prime sono «fenomeni cui non eravamo più abituati, come l’incremento dei tassi d’interesse che le banche centrali hanno iniziato a effettuare per raffreddare la crescita dei prezzi. Uno scenario che comporta il rischio di forti impatti negativi per famiglie e imprese», afferma il segretario generale della Uilca Fulvio Furlan. «Servono garanzie» prosegue «per come sono effettuate tali lavorazioni, che non devono essere oggetto di esternalizzazione da parte delle banche, con una mera logica di taglio dei costi, e in ogni caso devono restare nel settore, con l’applicazione del contratto del credito alle lavoratrici e ai lavoratori che le svolgono».

Intanto a giugno i prestiti al settore privato, secondo quanto emerge dalla pubblicazione “Banche e moneta” della Banca d’Italia, sono cresciuti del 3,2% sui dodici mesi (3,1 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono aumentati del 4,1% sui dodici mesi (4,0% nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie del 2,6. I depositi del settore privato sono cresciuti del 3,0% sui dodici mesi (contro il 4,6 in maggio); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 7,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente (-8,0 in maggio). A giugno i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 2,37% (2,27 in maggio), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,34% (8,25 nel mese precedente). 

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