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[L’analisi] L’Unione Europea boccia l’Italia sui rifiuti e sullo smog

«Il settore italiano dei rifiuti continua a presentare notevoli carenze». Così la Commissione europea ha bocciato l’Italia nell’ambito della gestione dei rifiuti e del contrasto allo smog. Nel suo rapporto sull’attuazione delle regole Ue a tutela dell’ambiente scrive: «nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni nella gestione dei rifiuti urbani, in particolare con l’aumento stabile e costante del riciclaggio e del compostaggio, il settore italiano dei rifiuti continua a presentare notevoli carenze, come si evince da diverse procedure di infrazione avviate nei confronti dell’Italia».

«Tra queste figurano la causa relativa alle discariche e il “caso Campania”, soggetti alle ammende comminate dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Servono interventi supplementari per garantire che lo smaltimento dei rifiuti in Italia avvenga nel rispetto del diritto dell’Unione». L’esecutivo di Bruxelles scrive ancora che nell’ambito della rete Natura 2000 restano ancora da designare alcune zone speciali di conservazione marine. E inoltre necessario migliorare lo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse dell’Unione, attuando pienamente la normativa Natura 2000, utilizzando i quadri regionali di azioni prioritarie per una migliore integrazione dei fondi Ue e pianificando gli investimenti in modo più strategico.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, «l’Italia ha compiuto progressi limitati nella riduzione delle emissioni complessive, nonostante gli accordi tra governo nazionale e amministrazioni regionali della Pianura Padana, il dialogo dell’Ue sull’aria pulita tenutosi dal 3 al 5 giugno 2019 e un progetto integrato Life di alto profilo (Prepair). Nel 2020 sono proseguiti i considerevoli superamenti dei valori limite tanto per il Pm10 quanto per l’No2. Circa il 20% del Pnrr e destinato a misure dedicate all’energia e ai trasporti sostenibili che miglioreranno la qualità dell’aria. Si possono compiere progressi anche attraverso un maggior spostamento del carico fiscale dal lavoro verso le basi imponibili ambientali e di altra natura, compresa la graduale eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente», scrive ancora la Commissione.

Per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche italiane, «si sono registrati progressi limitati nella riduzione del numero di agglomerati non conformi alla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, con la conseguente imposizione di sanzioni pecuniarie da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea. Per progredire sono necessari più investimenti». Nel rapporto viene ricordato che «l’importo totale delle sanzioni pecuniarie relative ai rifiuti e alle risorse idriche inflitte dalla Corte di giustizia dell’Unione europea dal 2015 ha superato i 620 milioni di euro».

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