Riportiamo le prime 5 domande rivolte alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale che riguardano la questione ambientale. Le risposte sono state raccolte da Green&Blue Gedi. Per il Partito Democratico è stato sentito Enrico Letta, per il Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, per Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, per Azione Carlo Calenda e per Europa Verde Angelo Bonelli.
1. Qual è la vostra strategia contro la crisi energetica?
PD: La transizione ecologica ed energetica è uno dei tre pilastri (accanto al Lavoro e ai Diritti) della nostra visione per l’Italia del 2027. Abbiamo formulato una serie di proposte che coniugano sostenibilità, nuova occupazione, innovazione. Tra queste: il raddoppio delle fonti rinnovabili (al 2030), che porterà 500 mila nuovi posti di lavoro, la diffusione delle Comunità Energetiche, un grande Piano nazionale per il risparmio energetico e il clima (aggiornando il PNIEC ai nuovi obiettivi europei) e una Riforma fiscale verde.
M5S: La transizione energetica è la priorità del Paese. La guerra in Ucraina ha mostrato ancora più chiaramente i danni e i rischi che derivano dalla dipendenza dalle fonti fossili. Noi renderemo strategica la pianificazione di rinnovabili puntando anche sulla semplificazione delle procedure, sull’autoconsumo, aggiorneremo il Pniec, porteremo a compimento il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici rendendo le nostre città e i nostri territori resilienti.
FdI: Innanzitutto andrà aggiornato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Poi andrà reso operativo perché c’è il rischio che manchino le azioni in grado di inverarlo. Come già accaduto in passato. Al netto delle macroscelte, che non riguardano solo l’Italia, né solo l’Unione Europea, abbiamo una serie di proposte utili a contrastare le conseguenze dell’emergenza climatica. Mi riferisco in particolare alla siccità e alla progressiva desertificazione di tanta parte del suolo italiano. Ma penso anche al dissesto idrogeologico che colpisce il territorio. Per questo sarebbe utile, anzi urgente, una riedizione della cosiddetta Commissione De Marchi per individuare puntualmente le criticità più gravi e analizzare gli eventi più significativi.
Azione: Nel breve periodo è necessario completare l’individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili per velocizzare il processo di localizzazione e autorizzazione, completare l’opera di semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti, valorizzare l’idroelettrico come asset strategico per il paese e favorire lo sviluppo dell’idrogeno.
Europa Verde: Portare le rinnovabili a soddisfare l’80% del fabbisogno elettrico entro il 2030. Un nuovo Piano energia e clima che sostituisca quello inadeguato e fuori target Ue approvato nel governo Conte 1 su cui la commissione Ue ha mosso forti rilievi. Un’azione straordinaria di investimenti verso il trasporto pubblico per dare una risposta all’emergenza smog e al congestionamento delle città.
2. Siete favorevoli a una legge per il clima?
PD: Nel nostro programma, la Legge quadro sul clima è prioritaria, perché abbiamo bisogno di una visione trasversale che permei tutte le politiche pubbliche sulla crisi climatica. Dobbiamo cambiare il nostro modello di sviluppo ma anche prevenire e reagire ai danni prodotti dai cambiamenti climatici sul nostro territorio. Ciò significa dotarsi anche di un Piano nazionale di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici, mettendo al centro le comunità locali, le Regioni e le città.
M5S: Il primo atto normativo del governo Conte II è stato una legge per il clima che traghettava il Paese verso la mobilità sostenibile, la riforestazione, l’economia circolare, la spinta alle rinnovabili. E il Superbonus segue questa direzione. Adesso dobbiamo certamente accelerare e una legge ad hoc che metta tutto a sistema è necessaria anche per regolare il rapporto tra Stato, Regioni e Comuni in tema di scelte energetiche.
FdI: Coinvolgere gli enti locali non è solo un’opzione, direi che è una necessità. Ci sono specificità e differenze tali in una nazione come l’Italia che valorizzare il loro contributo è il minimo che si possa fare. Mentre crediamo vada affrontata con maggiore lucidità la questione dei target europei sulle emissioni di CO2. Già oggi il contributo dei 27 Stati membri alle emissioni globali è ben inferiore al 10%. Coltivare con un certo fanatismo l’obiettivo di azzerarlo in tempi troppo rapidi, disinteressandosi degli aspetti geopolitici o dell’evoluzione delle tecnologie, può avere conseguenze catastrofiche sul piano sociale ed economico. Persino sul piano ambientale rischia di diventare un boomerang. Basti pensare alle crescenti emissioni prodotte dalla Cina e alla spregiudicatezza con cui si approvvigiona in Africa delle materie prime necessarie alla transizione energetica.
Azione: La legge per il clima deve essere accompagnata da un piano di implementazione (con priorità e risorse certe) di tutte le tecnologie che lo stesso Ipcc (il panel Onu sui cambiamenti climatici) indica tra quelle idonee a raggiungere la neutralità carbonica nel lungo periodo, incluso il nucleare. Infatti, centrare l’obiettivo di azzeramento delle emissioni al 2050 quando il fabbisogno elettrico sarà almeno il doppio dell’attuale, senza un mix equilibrato tra tutte le migliori tecnologie low carbon, sarebbe proibitivo.
Europa Verde: Approvare una legge sul clima è fondamentale per rendere legalmente vincolanti e aggiornati gli obiettivi climatici, che dovranno coordinarsi con i principali settori economici: industria, trasporti, agricoltura ed edilizia, ed è necessario coinvolgere le Regioni e i Comuni per attivare nuovi strumenti economici e fiscali per sostenere la transizione climatica. Il piano di adattamento climatico, irresponsabilmente fermo al MITE, va sbloccato.
3. Siete pronti a prendere posizione sul gas e promuovere le rinnovabili?
PD: Non si tratta di coraggio ma di razionalità. La strada europea è tracciata e condivisa da tutti. Il presente e il futuro del nostro sistema energetico dovranno sempre più fondarsi sulle energie rinnovabili e sempre meno sul gas. È una trasformazione che mette insieme necessità ambientali ed efficienza economica, rendendoci autonomi, in una prospettiva di lungo periodo, dalla dipendenza del gas. Vogliamo aumentare significativamente la produzione di energia da tutti le fonti disponibili, accelerando i tempi di installazione e sbloccando rapidamente il decreto FER2 sulle fonti più innovative.
M5S: Non si tratta di coraggio, ma di necessità: è indispensabile ragionare nei termini di diversificazione delle fonti e non passare da una dipendenza all’altra. Passare dal gas russo ad altro gas non è la strada giusta: è affrancarsi dalle fossili. Bisogna ridurre la dipendenza dal gas e puntare forte sulla diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.
FdI: Al contrario, pensiamo che sia necessario incrementare nel breve periodo l’estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali, per rendersi meno dipendenti dall’importazione di gas dall’estero. Soprattutto dalla Russia. Aggiungo che la trasformazione in gas metano emette un volume di emissioni molto inferiore alla lavorazione del petrolio o del carbone, su cui non solo il governo Draghi ha ammesso di puntare nell’immediato, ma anche altre nazioni, come la Germania, che pure si erano spinte molto avanti nella transizione energetica. Inoltre la ricerca tecnologica, anche su impulso dell’ingegneria italiana, sembra aver trovato la strada verso il gas a zero emissioni, che produce idrogeno e valorizza gli scarti. Insomma le rinnovabili rappresentano certamente l’obiettivo da perseguire in termini energetici, ma occhio a come evolvono le tecnologie perché è un settore gravido di novità importanti.
Azione: Siamo favorevoli a massimizzare l’energia producibile da fonti rinnovabili. Tuttavia, nel medio periodo non possiamo abbandonare del tutto l’utilizzo del gas, dato che le fonti rinnovabili producono energia in modo intermittente e non abbiamo i mezzi per accumularne grandi quantità. È quindi necessario rendere più “pulita l’energia prodotta con il gas” sviluppando sistemi di cattura e stoccaggio della CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche.
Europa Verde: La crisi climatica e il caro energia che stiamo subendo hanno un responsabile che si chiama idrocarburi ovvero gas. Pianificare la rapida uscita dalla dipendenza dal gas significa costruire un’autonomia energetica basata sulle rinnovabili, lavorare per la pace e far pagare l’energia a basso costo e quindi coniugare giustizia climatica con quella sociale.
4. Vi impegnerete per ridurre la dipendenza dal gas?
PD: Non vanno confuse le emergenze immediate, con le strategie di lungo periodo. La priorità è aumentare rapidamente la produzione di energia da fonti rinnovabili e lo sviluppo di progetti industriali sulle rinnovabili, semplificando le procedure su repowering e nuove installazioni. Vogliamo sostenere le Comunità energetiche, che possono essere una grande occasione, sbloccando i decreti attuativi e emanando il Bando del PNRR per i Comuni sotto i 5000 abitanti. Certo, va azzerata la burocrazia, riconoscendo opportuni incentivi alle imprese che installano rinnovabili sui loro capannoni e nelle aree produttive, con un’attenzione specifica alle pmi.
M5S: Renderemo le rinnovabili strategiche: serve un piano straordinario e incessante di copertura fotovoltaica di capannoni, edilizia pubblica, impianti industriali, scuole. Per noi la priorità è mettere al centro l’autoconsumo, implementare le pratiche come il reddito energetico, rilanciare il Superbonus rendendolo strutturale, in chiave di efficienza energetica, e nel nostro programma c’è il Superbonus energia che va proprio in questa direzione.
FdI: Cercare gas da altri paesi può essere solo la necessità dettata dall’emergenza del momento. L’obiettivo che noi perseguiamo è l’indipendenza energetica nazionale. Che si realizza attraverso le fonti rinnovabili, ma nel breve periodo anche attraverso le fonti fossili. La transizione energetica è un percorso, e come tale va compiuto, avendo la pazienza e la lucidità di tenere sempre un occhio all’evoluzione del quadro geopolitico e delle tecnologie disponibili.
Azione: È necessario proseguire sul solco dell’azione del Governo Draghi. In particolare, dobbiamo diversificare le forniture di gas per renderci indipendenti dalla Russia, costruire i rigassificatori e dall’altra parte accelerare sulle rinnovabili nel medio periodo, ma con la consapevolezza che nel lungo periodo è preferibile un mix equilibrato di rinnovabili e una quota nucleare della migliore tecnologia disponibile, poiché avrebbe sia consumo di suolo che costi inferiori.
Europa Verde: Il ruolo di Eni in questi decenni è stato negativo per il nostro paese che ha avuto la responsabilità di portare l’Italia ad essere dipendente dal gas russo, ricordiamo che l’ex A.D. di Eni Paolo Scaroni sosteneva che investire nelle rinnovabili fosse da ubriachi. L’approccio va cambiato e va approvato un piano straordinario sulle rinnovabili che sblocchi le autorizzazioni ferme anche attraverso l’istituzione di un commissario nazionale e sub commissari regionali. Possiamo installare in tre anni 60 GW di rinnovabili.
5. Ridurrete la burocrazia che frena le rinnovabili?
PD: Partiamo dalla fine: tutte le articolazioni territoriali delle Soprintendenze devono essere pienamente partecipi dell’obiettivo di accompagnare lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese. Questa è la nostra visione. La Soprintendenza speciale, istituita dal Governo Draghi, deve rispondere alla necessità di velocizzare le opere dalla transizione ecologica. Il che significa anche aggiornare le Linee guida in materia di autorizzazioni di energie rinnovabili applicate dalle Soprintendenze e dalla Regioni, oggi ferme al 2010, in rapporto ai nuovi target europei da raggiungere entro il 2030.
M5S: Siamo per la tutela del paesaggio, ma alcuni “no” appaiono paradossali, come il recente caso di Civitavecchia, dove ci sono ostacoli all’eolico off shore quando ci sono centrali elettriche (e a carbone) sulla costa. L’efficienza energetica e le fonti rinnovabili di energia sono uno strumento di tutela ambientale e in questo senso la concezione di paesaggio deve essere al passo con i tempi.
FdI: Gli impianti energetici devono essere considerati, tutti, di rilievo strategico nazionale. Al pari di quelli per lo smaltimento dei rifiuti. Ciò non toglie che si possa contemperare con un po’ di buon senso la tutela del paesaggio con la diffusione delle rinnovabili sul territorio. Idroelettrico, geotermico, biomasse, solare, eolico, sono tutte tecnologie che presentano delle soluzioni per limitare al minimo le esternalità negative connesse al loro impiego. Vanno autorizzate ed applicate.
Azione: Riteniamo fondamentale completare l’individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di generazione elettrica da tutte le fonti low carbon e delle altre infrastrutture necessarie alla transizione, per velocizzare il processo autorizzativo nonché proseguire l’iter di semplificazione delle autorizzazioni già avviata dal Governo Draghi.
Europa Verde: La crisi climatica mette in discussione il futuro del pianeta, la biodiversità e anche il paesaggio ed è questa la vera emergenza, bocciare impianti eolici in aree portuali non ha nulla a che vedere con la tutela del paesaggio e si rende necessario rivedere i criteri di valutazione delle soprintendenze in materia di autorizzazioni.