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[L’analisi] I 20 mila militari russi morti e insepolti. La debacle russa piena di pericolose incognite

Dopo tre mesi di guerra, per la Russia si sta definendo come «la debacle più umiliante possibile». Lo scrive Maria Grazia Enardu, docente di Storia relazioni internazionali. «Sbagliata la premessa, di resa immediata, dall’intelligence alla tattica tutto è andato male, si è pure allargata la Nato. L’unica cosa che regge ancora è il fronte interno, o quel che è. Ma dalle rosse mura del Cremlino filtrano lotte di potere tra spie di rami avversari, tra militari che si accusano a vicenda, più quelli che Putin vuole purgare e i loro vari gruppi interni. Tutti colpevoli del disastro, ma anche di aver mangiato cifre colossali e se Putin non avesse capito, sarebbe stato lo scemo del villaggio».

«O forse pensava che le vittorie di Cecenia e Siria valessero ovunque, e quindi non aveva capito. Al vertice c’è sempre lui, ma deve temere la catena di comando, basta una falla e crolla, lui e la sua santa Russia. Non ci sono dinamiche di sostituzione, la Duma al massimo fa da coro sullo spartito. Intanto, ogni immagine di Putin, vera, truccata o altro, viene scrutata all’ultimo pixel: è malato (segue elenco) e non ci sta con la testa (idem). Governa Peskov, che appunto fa il portavoce, o forse il duro Petrushev, Putin ormai è una matrioska» spiega la Enardu in un suo intervento per il magazine digitale Inpiù.net.

«Le proteste pubbliche sono durate molto poco mentre la tv di stato lavora ancora e il consenso c’è – basta mettersi d’accordo sui criteri, ma c’è. Però i russi hanno lasciato oltre 20 mila morti insepolti, più quei feriti che sono diventati morti per ordine del proprio ufficiale, un’armata di cadaveri che gli ucraini conservano. Se quei volti spenti fossero messi online sarebbe una bomba devastante, anche per chi ha solo la tv. E poi ci sono i crimini di guerra, documentati. La Russia è sul precipizio, e non emerge alcuna alternativa, è presto, possono agire solo i militari, con o senza le spie. Gli scricchiolii sono però arrivati più volte al proscenio, la tv di stato. Un ex colonnello ha detto che la guerra è persa, la Russia isolata, l’ora terribile».

«Parla così perché lo vuole Putin, dice la logica, o forse fa il buffone per provocare e stanare, smentire o confermare, dipende. Dio solo sa dove si arriverà, ma quel che conta è cosa farà la Russia: seduta davanti alla tv, anziana e in ansia per i figli, diffidente e indottrinata, rassegnata e di nuovo disperata, mentre sprofonda di un paio di secoli e può tornare al medioevo. Perché alla fine conta solo l’enorme, paziente, ottusa Russia, che è sempre lontana da Mosca. Può svegliarsi e arrivare a demolire la ventennale fortezza di Putin, oppure finire preda di guerre civili (plurale), in un caos visto più volte e da cui potrebbero emergere nuovi zar, col nucleare in casa. Forse un vecchio colonnello lo annuncerà, come un profeta sotto le mura» conclude la Enardu.

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