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La”disconnessione” durante lo smart-working è un diritto

In aiuto ai lavoratori in questo periodo di pandemia è arrivato lo smart-working, il lavoro da casa, ma in pochi si sono interrogati su delle tematiche decisamente rilevanti. Le pause, la disconnessione dal lavoro, il lavorare nello stesso posto in cui si vive, l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata. Ha risposta, intervistata da AdnKronos, Laura Nocerino Head of People della Ericsson Italia. 

”Il diritto alla disconnessione può essere visto da due punti di vista: uno meramente legale,  si riferisce alla fase temporale al di fuori del normale orario di lavoro durante la quale l’azienda non può richiedere al dipendente alcuna prestazione lavorativa, salvo casi davvero eccezionali e l’altro di carattere personale, cioè il diritto del lavoratore a bilanciare i propri interessi familiari e personali con la vita professionale. A volte, per soddisfare questa esigenza, il lavoratore può anche autoimporsi la completa disconnessione da tutti gli strumenti aziendali. Fin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica – ha continuato – la nostra azienda ha avuto come priorità assoluta la salute di tutto il personale, dei clienti e dei fornitori. È stato istituito un comitato di crisi che quotidianamente ha affrontato le nuove necessità e preso decisioni in merito. Siamo partiti in primis con lo smart-working massivo per le regioni del Nord Italia – ha concluso – per poi giungere a tutto il territorio nazionale”.

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