Nel 2023 la perdita di fatturato per l’economia italiana è stata di circa 2 miliardi di euro a causa della pirateria, il che implica una perdita di Pil di circa 821 milioni di euro e una contrazione dei posti di lavoro pari a circa 11.200 unità. È quanto emerge dalla nuova indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia, condotta dalla società Ipsos per conto della Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (Fapav), presentata all’evento ‘Stati Generali della Lotta alla Pirateria tra Legalità, Sicurezza e Intelligenza Artificiale’.
La stima del danno economico potenziale per le industrie dei contenuti audiovisivi ammonta a circa 767 milioni (+14% rispetto al 2021, anno dell’ultima rilevazione complessiva). Per quanto riguarda lo sport live, a fronte di un’incidenza della pirateria stabile, gli atti crescono rispetto al 2021, ma diminuiscono rispetto al 2022, superando i 36 milioni.
Nel 2023 sono state stimate 11,4 milioni di fruizione perse (+0,4 mln rispetto al 2021) con un danno economico complessivo di circa 285 milioni. Il 79% dei pirati ha chiaro che si tratti di una pratica illecita, ovvero che rappresenti un reato. In particolare, il 47% degli italiani non è perfettamente consapevole della gravità del fenomeno e degli impatti che questa pratica provoca ad esempio sul mercato del lavoro o sul depauperamento della creatività e del talento, linfa vitale per l’industria audiovisiva e culturale italiana.