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La competitività in UE tra ambizione e realtà | L’analisi di Stefano Micossi

La Commissione europea ha lanciato una sua “bussola” per la competitività dell’Unione europea (UE), con l’obiettivo di promuovere una maggiore convergenza delle politiche nazionali per la crescita e l’innovazione.

La bussola si articola in tre pilastri principali: colmare il divario di innovazione rispetto alle altre grandi aree economiche mondiali, promuovere una tabella di marcia comune per la decarbonizzazione nell’ambito delle politiche industriali nazionali e rafforzare la sicurezza e l’autonomia strategica delle politiche economiche dell’UE.

La realizzazione di questi obiettivi dovrebbe basarsi su “attivatori trasversali” centrati sulla semplificazione delle regole, il rafforzamento del mercato unico, la valorizzazione delle competenze e la promozione della qualità del lavoro e delle strutture industriali. Come non esser d’accordo?

Il problema è che la vastità degli obiettivi – tutti più che condivisibili – non sembra sostenuta da strumenti adeguati.

Manca infatti una concreta indicazione di azioni e iniziative che sarebbe necessaria per rendere il programma effettivo.

Il rischio è che gli Stati membri continuino a seguire i propri programmi nazionali non coordinati, facendo della bussola per la competitività solo un’aspirazione.

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