La Commissione europea ha lanciato una sua “bussola” per la competitività dell’Unione europea (UE), con l’obiettivo di promuovere una maggiore convergenza delle politiche nazionali per la crescita e l’innovazione.
La bussola si articola in tre pilastri principali: colmare il divario di innovazione rispetto alle altre grandi aree economiche mondiali, promuovere una tabella di marcia comune per la decarbonizzazione nell’ambito delle politiche industriali nazionali e rafforzare la sicurezza e l’autonomia strategica delle politiche economiche dell’UE.
La realizzazione di questi obiettivi dovrebbe basarsi su “attivatori trasversali” centrati sulla semplificazione delle regole, il rafforzamento del mercato unico, la valorizzazione delle competenze e la promozione della qualità del lavoro e delle strutture industriali. Come non esser d’accordo?
Il problema è che la vastità degli obiettivi – tutti più che condivisibili – non sembra sostenuta da strumenti adeguati.
Manca infatti una concreta indicazione di azioni e iniziative che sarebbe necessaria per rendere il programma effettivo.
Il rischio è che gli Stati membri continuino a seguire i propri programmi nazionali non coordinati, facendo della bussola per la competitività solo un’aspirazione.