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Ecco perché l’oreficeria è stata duramente colpita dalla pandemia

L’oreficeria resta uno dei settori più colpiti dalla pandemia di coronavirus. La quantità di gioielli in oro domandata a livello mondiale, monitorata dal World Gold Council, nel 2020 è scesa a 1.400 tonnellate, livelli minimi dell’ultimo decennio, con una contrazione pari al 33,5%, complici sia le misure di contenimento a causa del Covid-19 (chiusura delle fasi distributive, blocco dei flussi turistici) sia l’elevato livello raggiunto dai prezzi dei preziosi, come effetto della forte incertezza presente sui mercati. Lo racconta un report sul settore pubblicato da Intesa Sanpaolo. 

Eppure già a partire dal terzo trimestre, ma ancora più nel quarto, la domanda mondiale di gioielli in oro in realtà ha iniziato a recuperare, spiega il report, “con miglioramenti diffusi a tutti i Paesi e particolarmente intensi in India (-7,9% nel quarto trimestre a fronte di -42% dell’intero 2020) e Cina (-9,5% vs -34,9%)”. Ma si segnala come Hong Kong, importante mercato del gioiello nell’area, “rimanga in territorio pesantemente negativo, penalizzato dalle tensioni politiche e dal crollo dei flussi turistici dalla Cina continentale”.

Le vendite negli Usa nell’ultimo scorcio dell’anno sono, al contrario, solo di poco inferiori ai livelli dello stesso periodo del 2019 (-1,1%) “confermando il migliore stato di salute di questo mercato visibile anche dai dati annuali, che registrano una perdita contenuta al 10% circa”. Anche l’export italiano di gioielli in oro ha sofferto in maniera considerevole l’impatto della pandemia, registrando una contrazione, sulla media del 2020, del 29% delle quantità e del 31,2% dei valori.

Pur rimanendo in territorio negativo, tuttavia, si evidenzia un progressivo miglioramento dai minimi raggiunti nel mese di aprile, con l’ultimo trimestre 2020 che registra un calo del 13,2% delle quantità e del 9,7% dei valori e i dati di export in valore tornati in territorio debolmente positivo a novembre (+0,5%). Il miglioramento dell’ultimo scorcio dell’anno dipende fortemente dall’andamento delle esportazioni verso gli Stati Uniti che hanno registrato una forte crescita, in particolare dei valori esportati (+22,4% nel quarto trimestre) ma che ha interessato anche le quantità (+2,5%). La situazione complessiva del settore, nonostante i danni causati dalla pandemia nel 2020, sembra quindi avviarsi verso un graduale miglioramento, trainata soprattutto dallo scenario internazionale.

Gli Usa tornano ad essere uno dei mercati più interessanti per il gioiello made in Italy, ma le attese sono di un recupero anche di altri importanti sbocchi, dalla Cina all’India. Più critica invece la situazione sul mercato interno, condizionata dai vincoli sulla capacità di spesa delle famiglie italiane e da un ritorno alla normalità lento e incerto per quanto riguarda i flussi turistici nel nostro Paese

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