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Il settore orafo italiano conferma buoni risultati anche nel 2024 | L’analisi di Intesa Sanpaolo

Si è svolto all’interno di VicenzaOro il primo dei due appuntamenti, organizzati dal Club degli Orafi Italia in collaborazione con Intesa Sanpaolo che ricordano anche il ventennale della loro collaborazione.

L’incontro di oggi, moderato da Laura Biason, Direttore Generale del Club degli Orafi Italia, è stato dedicato all’andamento del settore e a un approfondimento sul tema del passaggio generazionale.

I dati sullo stato di salute del settore hanno previsto un’analisi delle ultime statistiche disponibili presentate da Sara Giusti, Economista presso il Research Department di Intesa Sanpaolo, arricchite dalle evidenze qualitative raccolte nell’ottava edizione dell’inchiesta congiunturale dettagliate da Augusto Ungarelli, Delegato Centro Studi Club degli Orafi Italia e Past President Lombardi – Vendorafa e Club degli Orafi Italia.

Particolare attenzione è stata poi dedicata al tema cruciale del passaggio generazionale, che ha previsto una rilevazione ad hoc presso le imprese i cui risultati sono stati presentati da Maria Cristina Squarcialupi, Presidente Club degli Orafi Italia e UnoAerre Industries – Vicepresidente Federorafi con delega alla sostenibilità.

Per fornire anche elementi quantitativi sull’urgenza del fenomeno e sulle opportunità che possono nascere da una corretta gestione del processo, è stato presentato inoltre uno studio approfondito sui risultati economico-patrimoniali delle imprese, distinguendo il campione per tipologia di età dei componenti del board.

Al fine di fornire alle imprese una panoramica sulle effettive strategie che possono essere adottate per affrontare questa sfida, è seguito l’intervento di Alessandra Tognazzo, Ricercatrice e Docente di Family Business all’Università degli Studi di Padova.

L’evento si è concluso con l’intervento di Andrea Buccellati, Presidente Onorario e Direttore Creativo Buccellati Holding Italia SpA, che ha illustrato un caso di successo nella gestione dell’affiancamento generazionale.

Sintesi della ricerca

Il settore orafo ha confermato anche nel 2024 i buoni risultati ottenuti nel 2023 e si distingue in positivo tra i comparti del sistema moda: nel periodo gennaio-ottobre il fatturato, incluso il comparto della bigiotteria, è cresciuto del 5,7% a fronte di un calo del -8,2% per il totale del tessile, abbigliamento e filiera della pelle.

Se però si considera l’indice di produzione, emergono elementi di maggior criticità con una contrazione nei primi dieci mesi dell’anno pari al -7,1%.

Elemento trainante per la crescita del fatturato è l’elevata competitività sui mercati internazionali con una crescita dell’export di gioielli in oro nei primi nove mesi del 2024 pari al 44,5% in valore e al 28,6% in quantità.

Fondamentale il contributo delle esportazioni di gioielli in oro verso la Turchia, aumentate di circa 3 miliardi rispetto ai primi nove mesi del 2023; al netto di questo mercato, che diventa di gran lunga il primo sbocco, le esportazioni sarebbero comunque in linea con l’anno precedente sia in valore, sia in quantità.

Il forte balzo che si è registrato è da ricondurre agli effetti delle tensioni geopolitiche che rafforzano il ruolo di hub di questo mercato e agli acquisti di gioielli in oro come difesa dalle elevate tensioni inflattive.
Dal punto di vista territoriale, il distretto di Arezzo presenta il valore maggiore di esportazioni che, grazie al contributo della Turchia, sono più che raddoppiate (+119%) rispetto al periodo gennaio-settembre 2023.

In crescita anche le esportazioni da Vicenza (+13%) e stabili le vendite all’estero da Valenza (+0,1%).
I territori maggiormente legati al mercato turco sono Arezzo e Vicenza, ma anche al netto di questo contributo mostrerebbero crescite superiori al 7%.

A integrazione delle statistiche ufficiali, il Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo hanno realizzato l’ottava edizione dell’inchiesta congiunturale presso le aziende dell’industria orafa italiana, per offrire una visione aggiornata sul sentiment degli operatori.

Il quadro che emerge sul 2024 risulta in linea con le attese raccolte nelle precedenti edizioni con il 36% del campione che stima un fatturato in crescita.

Si rileva, invece, una maggior prudenza per il 2025: la percentuale di rispondenti che si aspetta una crescita del fatturato per quest’anno scende al 25% e si conferma essenziale il contributo dei mercati internazionali dove le attese di miglioramento interessano circa la metà delle imprese attive all’estero (47%).

Il contesto di incertezza condiziona anche gli investimenti e la quota di imprese che prevede di aumentarli passa dal 46% nel 2024 al 21% nel 2025.

Gli elementi che maggiormente guidano le politiche di investimento riguardano la necessità di rispondere alle spinte competitive (42,9% per le micro-piccole; 35,7% per le medio-grandi); tra le imprese più piccole si punta a ottenere maggior visibilità (rafforzamento immagine indicato dal 42,9%), mentre le imprese più grandi sono più attente ai temi dell’innovazione (introduzione tecnologia indicato dal 57,1%) e dell’internazionalizzazione (evoluzione domanda estera per il 57,1%).

Le imprese mostrano timori maggiori per il tema del costo delle materie prime (57,7%) e per il peggioramento delle condizioni di domanda soprattutto interna (53,8%), ma anche estera (circa 30%).

A fine 2024, la rilevazione periodica sul sentiment degli operatori è stata integrata anche con un questionario aggiuntivo dedicato al tema del passaggio generazionale al fine di valutare gli approcci, gli obiettivi e le difficoltà che le imprese devono gestire nell’affrontare questo processo.

Questa indagine conferma la rilevanza di questo tema anche per il settore orafo: il campione intervistato, infatti, risulta quasi interamente composto da imprese controllate da persone fisiche o da una famiglia e la gestione risulta principalmente affidata a membri della famiglia (53,6%) o da imprenditori (39,3%).

Tra le pratiche più seguite per il processo dell’affiancamento tra generazioni le imprese hanno evidenziato il coinvolgimento progressivo nella gestione (77%) e l’affiancamento dei giovani membri della famiglia (58%); si osservano interventi più strutturati per le imprese di dimensioni maggiori che utilizzano in modo più diffuso la riorganizzazione della struttura aziendale e la creazione di un piano di successione formale.

Quello del passaggio generazionale rimane un tema da affrontare soprattutto per le imprese di dimensione minore: più della metà (53%) ha indicato che non ha predisposto un piano formale di successione.

La rilevazione è stata completata da un approfondimento quantitativo: l’analisi si concentra sulla distinzione delle imprese per tipologia di board per età dei componenti evidenziando le imprese che hanno un board composto completamente da over 65 (14,3% del campione) – in cui risulta più urgente intervenire – oltre alle imprese in cui è presente almeno un componente con meno di 40 anni (14,0%), un’approssimazione delle imprese in cui l’affiancamento è stato avviato.

L’importanza dell’inserimento di giovani in azienda trova evidenza anche nei risultati economico-patrimoniali: le imprese con almeno un giovane nel board hanno registrato una crescita del fatturato tra 2023 e 2019 in termini mediani del 35,5%, valore più che doppio rispetto alle realtà con un board composto completamente da over 65 (15,2%).

Questi risultati migliori sono visibili anche in termini di marginalità nel 2023, con circa un punto di differenza a favore delle imprese con board più giovane (8,1% verso 7,1%).

Di particolare rilievo anche la crescita della produttività misurata dal valore aggiunto per addetto che è cresciuta tra 2019 e 2023 di oltre 10 mila euro per le imprese con almeno un under 40, a fronte di un aumento di circa 6 mila euro per le imprese con board completamente over 65.

Questo risultato è il frutto anche di un profilo strategico più evoluto per le imprese con giovani nel board che mostrano una maggior propensione all’internazionalizzazione, alla diffusione di certificazioni, marchi e investimenti in rinnovabili.

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