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Il premier polacco Duda: “Putin capisce solo la forza. L’Europa alzi le difese a est” | L’intervista di Gianluca Perino

Il presidente della Polonia, Andrzej Duda, intervistato sul Messaggero del 24 febbraio da Gianluca Perino, chiede agli alleati della Nato un impegno maggiore sulle spese per la difesa comune; invita l’Europa a creare nuove linee di produzione delle armi e a rafforzare sempre di più il “fronte” ad Est per aumentare il potenziale di deterrenza.

E avverte: «Putin è pronto a sfruttare ogni nostra debolezza».

Presidente Duda, cosa ha imparato l’Europa in questi due anni di guerra?

«L’Europa ha dovuto cambiare rapidamente il modo di pensare alla propria sicurezza.

I paesi occidentali hanno finalmente capito che la Russia è uno stato aggressore che persegue una politica brutale e neo-imperiale, a seguito della quale vengono bombardate città e vengono uccise persone innocenti.

Hanno anche capito che la Polonia aveva ragione quando per anni metteva in guardia contro i piani imperialisti di Mosca.

Conosciamo bene questo volto della Russia.

In questo contesto, ricordo spesso le parole del defunto Presidente della Repubblica di Polonia Lech Kaczynski che a Tbilisi, nel 2008, disse “oggi la Georgia, domani l’Ucraina, dopodomani i Paesi Baltici, e poi forse sarà la volta (…) della Polonia “.

Purtroppo, questa lezione viene appresa dagli errori commessi dall’Europa in passato.

E l’Ucraina.

a pagarne il prezzo più alto, versando il sangue dei suoi cittadini.

Le ricadute di questa guerra per l’Europa sono, tra l’altro, i problemi economici con conseguenti disordini sociali.

E anche la crescente paura dello scoppio di una grande guerra.

È quindi importante che dopo questi due anni l’Europa, o più in generale la comunità transatlantica, stia parlando con una sola voce, sostenendo l’Ucraina e rafforzando il proprio potenziale di deterrenza e di difesa».

Pensa che la pace sia ancora possibile o dobbiamo prepararci per un conflitto lungo?

«E l’Ucraina che deve decidere sulla pace, perché è lei a essere stata attaccata senza alcuna provocazione.

Tuttavia, come ho ripetuto più volte, la pace in Ucraina è possibile solo attraverso il rispetto del diritto internazionale, e ciò significa ripristinare la sovranità territoriale dell’Ucraina.

Un ritorno ai suoi confini internazionalmente riconosciuti sarà la prova che è il diritto internazionale ad aver vinto, e non la forza.

Dobbiamo anche ricordare che la sua indipendenza e la sua integrità territoriale sono cruciali per la sicurezza e la pace in tutta Europa.

Per questo la Russia deve essere fermata nella sua marcia imperiale».

Che cosa devono fare le democrazie per fermare Putin?

«In quanto paesi democratici occidentali dobbiamo sostenere l’Ucraina in maniera solidale: militarmente, finanziariamente e umanitariamente, su scala ancora più ampia di prima.

Sono necessarie ulteriori sanzioni economiche nei confronti della Russia.

È importante rispettare in modo solidale la loro attuazione.

La Polonia sostiene l’Ucraina fin dall’inizio del conflitto, tra l’altro con forniture di armi e attrezzature militari.

Forniamo anche aiuti umanitari.

Molti leader mondiali più volte mi hanno chiesto come mai nel nostro Paese non esiste un solo campo per rifugiati ucraini, nonostante solo nelle prime settimane oltre un milione di vicini siano arrivati da noi cercando rifugio.

Non ci sono campi, perché i polacchi hanno un cuore grande.

Hanno aperto le loro case a milioni di persone in fuga dalla guerra.

Continuiamo inoltre a lottare per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla Nato.

La sua presenza permanente in queste strutture sarà una garanzia di pace in Europa nel futuro».

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