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Il nuovo piano UNICREDIT prevede l’uscita di 3.000 persone

Unicredit sta pianificando, nell’ambito del piano strategico che verrà presentato il 9 dicembre, circa 3.000 nuovi uscite a livello di gruppo per un processo di semplificazione che riguarderà principalmente le direzioni centrali.

A svelare il retroscena ad una settimana dalle linee strategiche, le prime con l’impronta di Andrea Orcel, è Bloomberg spiegando che i numeri finali sono ancora in fase di revisione. Le uscite saranno in Italia e all’estero per un gruppo che conta circa 87mila dipendenti.

E, come è ormai prassi, saranno su base volontaria tramite prepensionamenti. Probabile anche un turn over con nuove assunzioni. Negli ultimi anni in generale i sindacati in Italia sono riusciti ad ottenere una assunzione ogni due uscite. Diverse centinaia di posizioni negli hub internazionali, da New York a Tokyo, rientreranno nelle uscite.

L’istituto, le cui riunione del board si susseguono per affinare il piano, vuole spostare la raccolta depositi e le attività di prestito dagli uffici di rappresentanza in Paesi chiave in Europa in un processo di riorganizzazione che è in atto da diversi mesi e che punta ad una ulteriore riduzione dei costi.

In questa direzione rientra anche la centralizzazione delle attività di trading a Milano, così come la decisione di dividere le attività di tesoreria tra il quartier generale e Monaco. Inoltre l’istituto sta riducendo il personale nel Regno Unito e spostando la maggior parte del suo trading con sede a Londra a Milano.

Pilastri della strategia del ceo saranno la crescita organica, l’ottimizzazione del capitale e rendimenti sempre più sostenibili. Probabile che nel piano rientrino le partnership nell’assicurativo con ulteriori valorizzazioni.

Unicredit peraltro ha appena perfezionato l’accordo con Cnp nell’ambito dell’intesa siglata a marzo scorso quando la compagnia francese ha acquisito le attività italiane di Aviva tra cui la quota della joint venture con il gruppo di Piazza Gae Aulenti. Il mercato sembra ben predisposto tanto che il titolo ha oltrepassato gli 11 euro.

“Le azioni di Unicredit sono tra le poche ancora ben al di sotto dei livelli pre-Covid” ma “siamo ottimisti sul riposizionamento del nuovo piano” sottolineano gli analisti di Mediobanca che evidenziano come “il grande buyback anticipato combinato ad un payout del 50% riporterebbe la banca nell’Olimpo degli dei del ritorno del capitale”.

Da quando è subentrato a metà aprile, l’ex banker di Ubs ha messo mano alla struttura dell’istituto prima di tutto snellendo la prima linea a 15 top manager riuniti in un Group executive committee. Ma anche ridando centralità all’Italia, dove dal 13 dicembre verrà dato corso ad un’ampia riorganizzazione della rete commerciale.

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