Il nucleare sostenibile di oggi rappresenta una delle fonti energetiche più sicure e pulite. E, dunque, non è tecnologicamente comparabile con quello al quale, anche a seguito del referendum, il Paese aveva rinunciato.
Ciò rende giuridicamente legittimo, anche in considerazione della giurisprudenza costituzionale, intervenire sulla materia senza alcun rischio che i precedenti referendari possano costituire un ostacolo normativo all’intervento del legislatore.
Lo ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al Sole 24 Ore a proposito dell’eventualità di nuovi referendum su questo tema.
“A me preme ribadire la netta discontinuità con il passato. Dopodiché se ci saranno richieste in tal senso saranno esaminate dall’organo preposto che è la Corte Costituzionale, ma il percorso che stiamo portando avanti non è assolutamente in contrasto con i precedenti referendum. Insieme al capitolo dell’informazione, sarà però necessario strutturare anche un altro binario fondamentale”, ha osservato Pichetto.
“In questo momento stiamo sostenendo tutte le produzioni di energia elettrica, dal fotovoltaico all’eolico e abbiamo anche un mercato delle capacità che supporta il termoelettrico. Perciò è possibile che, almeno nella fase di spinta iniziale al mercato, possano essere necessari degli incentivi a sostegno sempre nell’ottica di avere, a valle, un’energia decarbonizzata e a prezzi competitivi. Ma tutto ciò non impone che questi sostegni debbano andare in bolletta“, ha concluso Pichetto.