Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Il gruppo Ponti vuole crescere all’estero: obiettivo 250 milioni di ricavi | Lo scenario

In casa Ponti c’è area di cambiamento.

Dopo aver completato l’ennesimo passaggio generazionale, giunto al nono step, e aver managerializzato l’azienda, ora il colosso dell’aceto è pronto a partire con una nuova strategica di espansione che guarda all’Italia e all’estero.

“Con l’ingresso mio e di mia cugina Lara abbiamo cambiato il modo di gestire l’azienda, basandolo più sul nostro vissuto e sulle nostre capacità.

Lavoriamo all’interno del cda e seguiamo la direzione però abbiamo in questi anni maturato l’idea che un manager esterno, che porti esperienze da fuori dopo aver lavorato in diverse multinazionali, sia un valore aggiunto”, racconta a MF-Milano Finanza Giacomo Ponti che da ottobre dello scorso anno è presidente del gruppo, raccogliendo il testimone da Cesare Ponti, 83enne padre di Lara e fratello di Franco, entrato in azienda nel 1965 e presidente dal 2011.

Da marzo di quest’anno alla guida del gruppo c’è invece Stefano Casartelli, professionista di lungo corso nel settore alimentare dopo le esperienze in Colussi, Star e Unilever.

Con un team così costituito, Ponti è pronta a mettere in campo una strategia di crescita che oltre alle linee interne, strada più lenta e faticosa, punta alle acquisizioni, a una maggiore internazionalizzazione, alla diversificazione geografica (al momento il fatturato conta per il 25% sull’estero e per il 75% sull’Italia) e di portafoglio prodotti.

“Puntiamo all’acquisizione di aziende con un forte focus internazionale e una taglia di una certa rilevanza, dai 15 ai 50 milioni, non solo in Italia ma anche all’estero”, spiega Casartelli, “in Italia ci sono già embrioni di nuove tendenze che stiamo valutando e, contemporaneamente, vogliamo esplorare in maniera approfondita alcune zone in Europa dove ci sono stili di consumo e tradizioni simili ai nostri come in Francia, Germania o i paesi nordici, ma anche realtà come Spagna e Inghilterra”.

I segmenti alle quali Ponti mira sono quelle vicine alle aree su cui è già posizionata l’azienda: dal core business dell’aceto, anche balsamico, che vede Ponti al 45% del mercato in Italia, fino alla seconda gamba del business delle verdure sottolio e sottaceto (circa il 20% del fatturato attuale).

Non solo m&a, secondo Casartelli, anche le partnership imprenditoriali restano una via interessante da percorrere per la crescita.

“Siamo alla ricerca di progetti industriali e di sviluppo solidi che devono creare sinergie e valore per tutte le aziende.

Se questo elemento sussiste, potremmo anche pensare di iniziare a lavorare insieme a famiglie o imprenditori che hanno voglia di portare avanti un percorso insieme.

Noi restiamo interessati alle maggioranze ma crediamo che unire le forze non solo finanziarie ma anche in termini di esperienze e competenze in differenti settori possa dare ancora più valore al progetto che abbiamo in mente”, aggiunge l’ad.

Il piano di Ponti intende così rispondere alle sfide del momento che riguardano sia la difficoltà nell’affermazione del marchio, che l’avvento delle private label e non da meno le sfide climatiche che turbano la stagionalità dei cicli produttivi.

Partendo da un fatturato annuo di circa 117 milioni, con l’attuazione di una strategia di questo tipo Ponti punta a raddoppiare i ricavi nell’arco dei prossimi tre anni raggiungendo quota 250 milioni e a riproporzionare il peso del fatturato Italia-estero portandolo a un 50-50%.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.