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Il Governatore europeista | L’analisi di Stefano Micossi

Le prime Considerazioni finali del Governatore Panetta confermano, con la consueta qualità, le linee tradizionali di analisi della nostra banca centrale sull’economia italiana e il sistema bancario e finanziario.

Il quadro è moderatamente positivo, con l’economia in (modesta) ripresa e un sistema bancario solido e profittevole, che costituisce un importante punto di forza.

Non mancano le inevitabili raccomandazioni sull’esigenza di ridurre il debito pubblico – con una combinazione appropriata di contenimento dei disavanzi e di promozione della crescita.

Viene anche accennato il parziale dissenso del Governatore sulla politica dei tassi d’interesse della BCE, che lui vorrebbe un po’ meno stringente.

La chiusura, fortemente ispirata all’Europa, è significativa, con il riferimento all’analisi che nei primi anni Novanta aveva condotto Jacques Delors al lancio del programma del mercato interno e che oggi ci spinge, secondo il Governatore, a una maggiore integrazione come l’unico antidoto “al rischio di irrilevanza cui i singoli Stati membri sarebbero altrimenti condannati dalla cruda aritmetica dei numeri.” (cito dal testo).

E ancora “Rafforzare la capacità di azione comune, mobilitare le risorse necessarie per divenire parte attiva delle transizioni tecnologica, climatica ed energetica è il modo per superare l’attuale fase di appannamento”, dell’Italia e dell’Europa.

Dunque, un Governatore che subito si segnala come fortemente europeista, nella tradizione consolidata dell’Istituto di emissione – che speriamo possa influenzare un governo assai meno europeista, mantenendolo solidamente agganciato alla prospettiva dell’integrazione.

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