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Il gelo tra Conte e sindacati sulla legge di Bilancio: «Priorità a partite iva ed esercizi commerciali». Cgil, Cisl e Uil Pa indicono sciopero il 9 dicembre

Un confronto tanto atteso, quanto acceso, quello andato in scena tra il governo con il premier Giuseppe Conte e Cgil, Cisl e Uil. Tema di dibattito la nuova legge di bilancio, già approvata da parte del Consiglio dei ministri. Mossa che ha innervosito i sindacati, che protestano sul metodo.

Nervosismo accertato dal siparietto avvenuto in diretta Facebook, tra il numero 1 di Uil, Pierpaolo Bombardieri, e il presidente Conte. Il premier, venuto a conoscenza successivamente dello streaming del confronto, ha chiesto conferma della diretta a Bombardieri. «Quando lo ha detto? Comunque noi non abbiamo nulla da nascondere». La mossa di Bombardieri è avvenuta come risposta al metodo usato dopo l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Cdm, condivisa sui social prima di essere dibattuta con i sindacati. «Lo abbiamo detto quando lei era in riunione coni suoi ministri. Noi parliamo di manovra perché è stata già illustrata dai suoi ministri sui social». La replica di Conte non tarda ad arrivare: «Posso fare una domanda? La Uil ha mai scritto in passato una manovra con il governo? Io non ho mai parlato di concertazione. Io sono il presidente che ha più incontrato i sindacati nella storia, ma mai ho parlato di concertazione».

Il gelo tra le parti è evidente, rafforzato dalla discussione sulla Pubblica Amministrazione. Le sigle di categoria Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa si dicono pronte a mettere in campo lo sciopero dei settori pubblici, in pieno dissenso con le risposte inadeguate, a loro parere, sulle assunzioni ed il rinnovo dei contratti nella Pubblica amministrazione nella manovra. Troppo pochi i soldi per il salario, nessun rilancio dell’urgente riforma del sistema di classificazione e riqualificazione del personale, che da anni le sigle chiedono a gran voce. Condizioni che hanno infastidito non poco, oltre a Conte, anche la ministra della Pa Fabiana Dadone, che ritiene «fuori scala» l’atteggiamento dei sindacati e rivendica come i fondi messi in campo per la Pubblica amministrazione siano «senza precedenti» e rispondano «ad esigenze concrete e dettagliate».

Chiara la risposta del premier, che stabilisce le priorità che questa legge di bilancio dovrà prediligere: «Siamo in un periodo in cui si proporranno nuove e diverse disuguaglianze. Un impiegato pubblico oggi, non muovendosi da casa, può esercitare la propria attività con risparmio di tempo e risorse, mentre molte altre categorie stanno soffrendo veramente. Ad esempio gli esercizi commerciali e le partite Iva hanno serie difficoltà».

Le aperture di Gualteri e Conte sul potenziamento della riforma, però, non soddisfano i sindacati. Il confronto, durato tre ore, ha visto la presenza dei segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri, con il presidente del Consiglio ed i ministri del Lavoro, dell’Economia e dello Sviluppo economico, Nunzia Catalfo, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli. Ma l’impressione è che i sindacati non vogliano accontentarsi delle flebili risposte del governo. Il Recovery Fund è ancora lontano e le categorie da aiutare sono tante, nel pieno di una pandemia che ancora non dà tregua. Un quadro ancora incompleto, da riaggiornare a stretto giro nelle prossime settimane, ma che intanto ha scaturito l’annuncio di uno sciopero delle confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil della Pubblica amministrazione per il 9 dicembre.

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