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[Il caso] Le Acciaierie di Sicilia fermano la produzione per colpa dei costi dell’energia

Le Acciaierie di Sicilia hanno annunciato il blocco dell’attività a causa dei costi energetici e dalla crisi dei mercati. «Regione e Governo nazionale intervengano senza ulteriori perdite di tempo per evitare un altro dramma sociale catanese e siciliano con la perdita di centinaia di posti di lavoro». Questo l’appello lanciato dai segretari di Uilm-Uil e Fiom-Cgil Catania, Giuseppe Caramanna e Nunzio Cinquemani, che aggiungono: «Nell’ultimo anno, Acciaierie sembrava aver raggiunto una tranquillità che traguardava nuovi obiettivi ed investimenti. Invece, la situazione adesso desta forti preoccupazioni a causa della guerra in Ucraina e dell’inflazione che stanno innalzando i prezzi e frenando l’economia».

«Bisogna subito agire» concludono i segretari di Fiom e Uilm «partendo dalla tanto promessa sburocratizzazione. È necessario, inoltre, affrontare il nodo del caro-bollette per aziende energivore come Acciaieria di Sicilia. Non è più accettabile che i costi della corrente elettrica nelle Isole siano maggiori del resto d’Italia. Malgrado quanto previsto dal decreto Aiuti, niente si è concretizzato in termini di sgravi. Né la cosiddetta superinterrompibilità, né altro. A ciò va aggiunta la questione irrisolta della materia prima: il rottame, benché sia definito strategico dal nostro Governo, continua a fluire verso la Turchia. E la comunicazione preventiva al Ministero dello Sviluppo economico sembra non aver sortito nessun effetto-freno». 

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