Tutti vorrebbero riaprire. In molti pensano il più classico dei: perché noi no ed altri sì, ma non è tempo di abbassare la guardia, il virus c’è ancora, bisogna conviverci e starci il più alla larga possibile. Vorrebbero riaprire, per esempio, i servizi per l’infanzia che hanno anche manifestato chiedendo alla ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti una data. “Una riapertura obbligatoria dei servizi per l’infanzia avrebbe creato seri problemi di organizzazione – ha detto la Bonetti a La Repubblica – non tutti i comuni hanno le strutture adeguate. Non tutti i nidi hanno il personale sufficiente. Non tutti sarebbero stati in grado di assicurare le norme di sicurezza necessarie. Abbiamo scelto la via della flessibilità”.
“I centri estivi – ha continuato – sono una realtà anche quest’anno, mentre c’è “la possibilità di strutturare servizi educativi per l’estate anche per i bambini 0-3 e se la Regione lo decide, chi è in regola potrà partire già dalla prossima settimana. Aprirà comunque – spiega la ministra – chi è in grado di assicurare gli standard di sicurezza richiesti dalle linee guida. Un educatore ogni cinque bambini. I lettini adeguatamente distanziati. Gli spazi affinché i piccoli gruppi restino separati”.
A manifestare però sono proprio gli educatori che non percepiscono uno stipendio dall’inizio del lockdown. “Anche su questo stiamo lavorando con la ministra Azzolina per garantire che a settembre tutti i bambini nella fascia 0-3 anni possano entrare al nido. All’interno di quel progetto che concepisce il nido e la scuola dell’infanzia come un percorso didattico, non soltanto come un servizio alle famiglie”.








