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I bilanci 2023 delle aziende confermano la solidità del tessuto produttivo italiano | L’analisi

I bilanci 2023 delle aziende confermano la solidità del tessuto produttivo italiano.

L’analisi dei bilanci indica infatti una crescita di margini e redditività diffusa tra settori e classi dimensionali.

L’Ebitda ha superato i livelli del 2022 attestandosi sull’11,1%, un risultato al di sopra delle aspettative favorito dall’alleggerimento complessivo dei costi e da prezzi che sono rimasti elevati, anche a scapito dei volumi di vendita.

È quanto emerge dal Rapporto Analisi dei Settori Industriali Ottobre 2024 presentato da Intesa Sanpaolo insieme a Prometeia.

La compressione dei costi sembrerebbe un effetto della ricerca di maggior efficienza, stimolata dalla volatilità che ha caratterizzato la fase pandemica e di crisi energetica, e favorita dalle robuste politiche di investimento degli 2 ultimi anni.

L’analisi delle imprese top performer, che si sono distinte per marginalità nell’intero quadriennio 2019-23, evidenzia, infatti, come queste realtà abbiano puntato più di altre sugli INVESTIMENTI volti all’efficientamento energetico.

Risulta particolarmente significativo l’aumento della quota di imprese manifatturiere con redditività elevata (Roi superiore al 10%), che è salita rapidamente dal 32% del 2020 al 46% del 2023, con miglioramenti trasversali per dimensione e specializzazione produttiva.

Si tratta della quota in assoluto più elevata dell’ultimo quindicennio.

Al contempo, la percentuale di imprese con cash flow negativo si è ridotta ulteriormente, rispetto ai livelli già bassi del 2022, toccando il punto di minimo degli ultimi 15 anni.

Per il 2024 si attende una parziale erosione dei risultati messi a segno lo scorso anno, con una riduzione dei margini unitari di 1,1 punti percentuali a livello aggregato, che comunque manterrà l’Ebitda del manifatturiero su livelli storicamente elevati e sarà in parte recuperata nell’orizzonte di previsione.

Le crescenti tensioni geopolitiche hanno condizionato lo scenario macroeconomico internazionale, penalizzando l’evoluzione degli scambi commerciali e, di riflesso, il ciclo manifatturiero, soprattutto europeo.

I dati di export dell’Italia risentono della debolezza degli scambi intra-UE, e in particolare del ridimensionamento della domanda tedesca.

Nei primi 7 mesi del 2024 si è osservato un calo intenso delle esportazioni Italia-Germania del settore automotive (-19% tendenziale, a valori correnti) e nei settori della filiera metalmeccanica (Metallurgia -15%, Prodotti in metallo -9,8%, che risentono però di un trend più marcato di rientro dei prezzi).

Al contempo, però, la buona diversificazione geografica e merceologica dell’export italiano risulterà premiante, potendo contare anche sulla conferma di buoni ritmi di crescita delle vendite verso gli Stati Uniti e sulla tenuta dei mercati asiatici.

Nel complesso del 2024, pertanto, le esportazioni italiane sono attese stabilizzarsi sui livelli record dell’ultimo biennio, a prezzi costanti (+0,2% secondo le nostre stime).

Sul fronte interno, invece, l’incertezza sta frenando sia il recupero dei consumi, che ancora risentono del deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie, sia gli investimenti, penalizzati dalla rimodulazione del Superbonus e dal ritardato arrivo dei decreti attuativi del piano Transizione 5.0.

In questo contesto, l’industria manifatturiera italiana è attesa chiudere il 2024 con un fatturato ancora in calo a prezzi costanti: -0,9% su base tendenziale, dopo il -2,1% del 2023.

Più intensa la contrazione a valori correnti (-1,7%), che riflette il trend di rientro dei prezzi di vendita.

In molti settori, infatti, soprattutto quelli posizionati a valle della filiera, il 2023 aveva rappresentato un anno di picco per il ritocco al rialzo dei listini.

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