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Marco Granelli (presidente Confartigianato): «Rincaro materie prime: rallenta la produzione industriale»

La produzione industriale comincia a rallentare, soprattutto a causa della scarsità di materie prime e il rincaro dei prezzi. Lo evidenzia l’analisi del Centro studi di Confindustria, che sottolinea l’arretrare non solo nel mese di agosto (-0,2%) ma ancora a settembre (-0,3%), con un terzo trimestre che così si chiude con il segno più grazie solo alla spinta di luglio (+0,8% su giugno).

Ma non c’è pessimismo, anzi: gli economisti di via dell’Astronomia rilevano che «la domanda si è confermata forte e l’incertezza sulle possibili ricadute economiche di eventuali irrigidimenti delle restrizioni amministrative dovute alla pandemia si è molto attenuata, sono molto migliorate le attese sull’andamento dell’economia nei prossimi tre mesi».

La produzione industriale è «cresciuta nel terzo trimestre del 2021, secondo quanto rilevato dalle imprese intervistate dal CsC, dello 0,5% trimestrale, ovvero un ritmo fisiologicamente più contenuto di quanto osservato nei primi due (quando era aumentata rispettivamente di +1,2% e +1,5%)».

Intanto, sul fronte delle Pmi, Confartigianato lancia l’allarme per «la vera e propria batosta per i bilanci» legata agli “aumenti shock” di prezzo delle commodities non energetiche, e calcola che è di 46,2 miliardi l’impatto annuo su 848mila micro e piccole imprese; 4,3 miliardi pesano sulle piccole aziende della produzione alimentare, 29,8 miliardi sulle piccole imprese della manifattura no food e i restanti 12,1 miliardi sui piccoli imprenditori del settore costruzioni.

«Materie prime sempre troppo care e spesso introvabili sono un freno per la ripresa», avverte il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, che chiede al Governo «di vigilare e scongiurare manovre speculative». Secondo l’approfondimento di Confartigianato l’impatto è più pesante nel Nord Est, dove l’aumento dei prezzi delle materie prime sulle micro e piccole imprese pesa per il 3,3% del Pil. Seguono il Nord Ovest (2,8%), il Centro (2,3%) e il Mezzogiorno (1,8%).

La regione con il maggiore impatto dei rincari sulle micro e piccole imprese, pari al 3,6% del Pil, è il Veneto. Seguono le Marche (3,3%), Emilia-Romagna e Toscana (3,2%), e Lombardia (3%). Dal governo arriva il via libera al Fondo Impresa Donna, con un finanziamento di 40 milioni: «Mira a rafforzare, come previsto dagli obiettivi del Pnrr, gli investimenti a sostegno dell’imprenditorialità femminile».

Il decreto interministeriale è stato firmato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: punta a «incentivare la partecipazione delle donne al mondo delle imprese, supportando le loro competenze e creatività per l’avvio di nuove attività imprenditoriali e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati». 

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