“L’annuncio della «lunga e produttiva» telefonata con Donald Trump è il riconoscimento alla Russia del rango di Grande Potenza che per Putin è missione e ossessione.”
Lo scrive sul Corriere della Sera Paolo Valentino commentando la partenza, di fatto, del negoziato per porre fine alla guerra in Ucraina.
“Per cercare di capire quale sia la sostanza dietro l’ennesimo coup de théâtre del presidente Usa – scrive Valentino -, bisogna guardare a cosa è successo ieri a Bruxelles, al vertice dei Paesi che sostengono Kiev.
Nella capitale d’Europa, spettatrice timorosa e balbettante degli scenari in fieri, il nuovo segretario alla Difesa, Peter Hegseth, ha detto che Washington “non crede che l’adesione dell’Ucraina alla Nato possa essere l’esito realistico di una trattativa.”
Di più, il capo del Pentagono ha definito “illusorio perseguire l’obiettivo di un ritorno dell’Ucraina ai confini del 2014,” aggiungendo che dopo l’accordo di pace sarà responsabilità in massima parte dei Paesi europei, in un quadro esterno alla Nato, dare robuste garanzie di sicurezza all’Ucraina.
L’uscita di Hegseth sembra spiegare piuttosto bene l’approccio neo-imperiale di Trump.
Per il presidente Usa la grande politica internazionale è solo uno scontro tra personalità, uomini forti alla guida di moderni imperi.
Il suo cruccio è la Cina e anche per questo vuole accordarsi con Putin, un modo per allentare l’abbraccio asfissiante che Xi Jinping, convitato di pietra di questa partita, esercita sul leader del Cremlino.
Ma per avere via libera a una nuova bromance con Putin in funzione anti-Pechino, Trump deve eliminare l’“ostacolo” della guerra in Ucraina, fosse pure concedendogli il 25% del suo territorio e rendendola di fatto neutrale e lontana dalla Nato.
L’Europa morde un triste crepuscolo.
È chiamata a dotarsi di risorse militari che non ha e non sembra disposta a darsi.
Non immagina neppure di poter dar vita a una forza di pace, priva del sostegno Usa.
E dovrebbe pensare e agire unita, mentre invece la linea di Trump rischia di approfondire le sue divisioni”.