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Giovanni Meda (founder Kooomo): «La pandemia ha fatto fare all’Italia un salto di 5 anni sulla digitalizzazione»

Il 2020 ha rappresentato per l’e-commerce l’anno della consacrazione, registrando dati da record: +29,2%. Un fenomeno a cui hanno contribuito anche le Pmi, che sono aumentate del 50% con canali propri di e-commerce. Sono infatti più di 70.000 le aziende che dispongono di mezzi per il commercio online, più o meno un terzo dell’intero comparto delle piccole e medie imprese, secondo quanto raccolto dall’Istituto per la competitività, aumentando la probabilità dell’84% in più di ottenere fatturati maggiori. Stimando un aumento ipotetico del loro fatturato medio, grazie all’e-commerce, di circa 2,5 miliardi di euro.

Giovanni Meda, fondatore e chief strategy officer di Kooomo, ha commentato il trend in crescita, che ha soprattutto aumentato l’export realizzato grazie ai canali digitali. La piattaforma da lui fondata aiuta i brand a vendere online e a internazionalizzare, trend rilevato da numerose indagini, concordi nel rilevare un aumento delle esportazioni verso l’estero di quasi il 40%. Per vedere però immediatamente una crescita rilevante di fatturato c’è ancora da aspettare, come rileva un’indagine del Politecnico di Milano: il 56% degli imprenditori sostiene che l’export legato ai canali digitali produce una quota ancora marginale del fatturato realizzato all’estero.

Secondo il fondatore di Kooomo, per rendere efficace l’e-commerce ci sono delle nozioni fondamentali da apprendere e applicare. «La regola d’oro è essere pronti, non esiste crossborder se non pensiamo prima che il nostro store digitale deve avere necessariamente tre funzioni: essere multilingua – non solo usabilità, ma comprensibilità delle descrizioni dei prodotti, delle regole di reso e rimborsi, rendono più sicuro l’ambiente per il consumatore digitale – contemplare tutti i sistemi di tassazione – importantissimo soprattutto per vendere ad esempio negli Stati Uniti e in paesi con norme commerciali molto diverse dalle nostre – e ovviamente essere multivaluta – non è solo questione di praticità ma soprattutto di sicurezza per gli utenti che sentono di essere garantiti».

«La pandemia sotto il profilo della digitalizzazione ha fatto compiere al paese in un solo anno un salto di 5 anni, ma oggi è necessario mettere a sistema questa accelerazione. Occorre pensare all’e-commerce come una filiera: tecnologie, logistica, delivery, dobbiamo creare campioni europei, lavorare in collaborazione non in competizione, evitare l’omologazione con i grandi player globali, che sono sicuramente i grandi sfidanti, ma per un terreno segmentato come l’Europa, conviene giocare sulla specificità dei territori e delle nicchie di mercato. Infine è necessario un approccio che privilegi ricerca e sviluppo: il settore è nuovo, ha potenzialità inesplorate, siamo appena all’inizio e ci vuole elasticità nell’affrontare nuovi progetti», conclude Meda.

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