L’autonomia a suon di Dpcm “non è possibile. Serve una legge che a differenza del Dpcm, un atto amministrativo, è emanazione del Parlamento e gode di presidi come il sindacato della Corte Costituzionale. Ricorrere al Dpcm è un problema perché mancherebbero le garanzie tipiche dello strumento legislativo e si lascerebbe in una posizione del tutto marginale il Parlamento. L’aula sarebbe ridotta al ruolo di notaio, con un parere di conformità neppure vincolante sulla ‘contrattazione’ tra governo e singole regioni”. Lo afferma Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Consulta, in un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’.
“Confondere tra leggi di competenza del Parlamento e provvedimento amministrativi è un errore da matita rossa – continua Flick – Confondere i principi fondamentali della Repubblica e della Costituzione invece è da matita blu. Comne si può attuare il principio costituzionale della pari dignità sociale tra tutti i cittadini italiani senza stanziare le risorse per ridurre disuguaglianze esistenti? Una riforma seria dovrebbe aiutare le regioni che sono a un livello inferiore a raggiungere le altre. L’art. 116 della Carta non è un premio a chi amministra meglio”.