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Il voto europeo e le crescenti difficoltà economiche | L’analisi di Linda Laura Sabbadini

Su Repubblica anche Linda Laura Sabbadini si occupa delle prossime elezioni europee, partendo da un dato del Censis: un terzo della popolazione europea vive in zone dove il reddito disponibile netto pro capite è diminuito negli ultimi quindici anni.

Non è poco, commenta Sabbadini.

Anzi è un dato preoccupante, che non vuol dire che un terzo dei cittadini europei si è “declassato”, ma vive in zone che hanno conosciuto crescenti difficoltà economiche e sociali.

In media la crescita del reddito disponibile netto per abitante nell’Europa a 27 è stata positiva, sì, ma debole, considerando che stiamo parlando di un periodo di quindici anni, il 3,1%.

E sono 75 le aree europee in cui questa diminuzione si è evidenziata, in cui non si è riusciti a tornare neanche ai livelli di reddito pro capite precedenti il 2007.

Lo shock della pandemia è alle spalle, ma ha contribuito a creare malcontento, spaesamento, acuito dalle preoccupazioni per il futuro che si percepisce in tutti i Paesi.

Quanto ne risentirà la partecipazione al voto è difficile dirlo, e così anche il voto di protesta.

Pesa l’accumulo di malcontento degli ultimi 15 anni, ma alcuni dati prodotti da Eurobarometro danno qualche segnale di speranza.

Il 72% degli europei ritiene che il proprio Paese abbia beneficiato dell’appartenenza alla Ue.

Secondo i cittadini le priorità politiche sono la lotta alla povertà (36%), la salute pubblica (34%), il cambiamento climatico e il sostegno all’economia (ambedue al 29%).

Sembra evidenziarsi il desiderio di una svolta.

Non solo, quasi otto intervistati su dieci sono preoccupati che la disinformazione influenzi le decisioni di voto delle persone.

Viviamo un momento storico critico paragonabile a quello degli anni ’30 del secolo scorso.

Auguriamoci che gli europei abbiano realmente tratto le lezioni della loro Storia e che le forze democratiche si mostrino questa volta all’altezza della sfida.

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