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Gigi De Palo, presidente Fondazione Natalità: “Nella manovra serve un intervento d’impatto per le famiglie”

“Sul tema della natalità, l’Italia non ha bisogno di pannicelli caldi, ma di un intervento concreto e impattante, come il promesso ‘Quoziente familiare’, che però ancora non si vede”. Lo dice all’Adnkronos di Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità, in merito alla manovra allo studio da parte del governo Meloni, che vorrebbe porre al centro famiglia, imprese, giovani e natalità. Quest’ultimo, per De Palo, nel dibattito politico è trattato come “un concetto vago” ma è al contempo un tema “che non puoi prendere in giro: ogni anno arrivano i dati Istat a certificare le nascite e a offrire un resoconto sull’efficacia delle politiche messe in campo”.

Per il presidente della Fondazione per la natalità l’esempio da prendere è quello francese: Oltralpe infatti il sistema fiscale definisce fiscalmente la famiglia e non il singolo componente, sommando i redditi del nucleo e poi dividendoli per il numero dei componenti (genitori e figli) seguendo parametri precisi. “Purtroppo – prosegue De Palo – sono passati tre anni dall’annuncio e neanche sono stati istituiti i tavoli tecnici: è difficile che entro la fine dei 5 anni di governo si riuscirà a fare qualcosa”.

“Serve in primis una fiscalità agevolata: se non si riesce ad arrivare al quoziente familiare, almeno incrementare l’assegno unico familiare” prosegue De Palo, secondo cui inoltre “serve una maggiore facilitazione nell’accesso alla prima casa per le giovani generazioni. E un maggior ricorso al lavoro stabile: perché se la prima causa di povertà è la nascita del primo figlio, non mi stupisce la crisi demografica. Poi, possiamo anche parlare di asili nido, congedi parentali e di tutto il resto, ma prima serve costruire le fondamenta della casa che si vuole creare”.

Sul tema poi, conclude De Palo, “mi auguro che anche le opposizioni facciano squadra con il governo”.

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