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Gianluca Di Feo (Vice Direttore La Repubblica): «La riforma della Giustizia non è più procrastinabile»

La sfida di Draghi sulla Giustizia. Ne parla Gianluca Di Feo su Repubblica: “Giulio Andreotti sosteneva esistessero due tipi di pazzi: quelli che credono di essere Napoleone e quelli che credono di risanare le Ferrovie. Dopo di lui, la seconda categoria è sicuramente cambiata e i pazzi sono diventati quelli che vogliono riformare la Giustizia. Adesso – scrive l’editorialista – Mario Draghi pone i partiti davanti a una decisione non più procrastinabile: le risorse europee necessarie per uscire dal baratro del Covid sono vincolate alla trasformazione dei tribunali.

Quelli civili, in primo luogo, dove i tempi biblici creano l’incertezza in qualsiasi controversia, tenendo alla larga gli investimenti stranieri dal nostro Paese. E quelli penali, dove l’attesa per una sentenza definitiva stronca le aspettative di imputati e vittime. In entrambi i settori, l’Italia è lontanissima dagli standard occidentali ma soprattutto continua a negare un diritto fondamentale ai suoi cittadini: quello alla giustizia.

Il premier si trova ad affrontare il suo cammino in un momento segnato da due situazioni particolari. Il tramonto della stagione berlusconiana, con il Cavaliere sempre più lontano dalla scena parlamentare. E la crisi della magistratura, invischiata dal caso Palamara a quello Amara in una serie di scontri interni che ne stanno pericolosamente minando la credibilità. Potrebbero così scomparire o venire ridimensionati due dei vincoli che finora sono stati determinanti nel bloccare ogni proposta.

L’ostacolo principale sta però nella natura stessa della maggioranza, dove convivono partiti con visioni agli antipodi. La tradizione garantista di Forza Italia, interprete anche delle istanze degli avvocati, corporazione numerosa e influente. Quella giustizialista dei Cinquestelle, quella securitaria della Lega, infine il Pd: garantista. Tanti veti incrociati.

La ministra Marta Cartabia ha però il vantaggio della competenza, che si unisce alla ricerca della mediazione. Inoltre ha una strategia chiara: serve un intervento organico, che metta mano contemporaneamente agli snodi della questione. Tre riforme parallele e convergenti — civile, penale e Csm — : qualcosa che fino a ieri sarebbe apparso come un triplo salto mortale, ma che ormai non può più essere rinviato”.

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