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Gianandrea Gaiani, direttore Analisi Difesa: “Gli europei in Ucraina? Mancano le armi”

Le ipotesi di un intervento diretto dell’Europa in Ucraina sconta una carenza sul fronte armamento. Lo afferma Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa (analisidifesa.it), intervistato da Fabio Dragoni per La Verità del 6 maggio. L’Occidente è a corto di munizioni? «Israele è a corto di munizioni perché ne ha consumate tante. Io credo che quell’attacco alla sede diplomatica iraniana a Damasco avesse l’obiettivo di coinvolgere l’Iran, di fatto obbligando britannici, americani e francesi a fare la loro parte. Dopo l’11 settembre 2001, l’Occidente ha combattuto guerre antinsurrezionali, dove i consumi di munizioni, soprattutto dei calibri pesanti di artiglieria e carri armati, erano molto limitati.

Faccio un esempio: in Afghanistan le forze americane sparavano 30 colpi d’artiglieria al giorno. In Ucraina i russi ne sparano più di 10.000. L’Europa nel 2022 non ha varato piani di rapido riarmo pensando che la guerra sarebbe durata poco. Oggi Foreign Affairs ammette ciò che alcuni – etichettati come putiniani – scrivevano già due anni orsono: nell’aprile 2022 un accordo di pace mediato dai turchi era stato raggiunto ma non si concretizzò per l’opposizione anglo-americana. In Europa abbiamo scorte di munizioni che sarebbero sufficienti a combattere una guerra come quella in Ucraina per una settimana o due, forse anche meno. L’Europa oggi non è in grado di combattere una guerra simile, neppure a livello di opinione pubblica».

Gli Stati Uniti? «La loro dottrina prevede di poter sostenere due guerre convenzionali contemporaneamente in due aree diverse del mondo. Quindi hanno scorte molto ampie, che però sono state impoverite dagli aiuti forniti a Israele, all’Ucraina, a Taiwan. Dei 61 miliardi che l’America ha stanziato per l’Ucraina, 20 servono per ricostruire le scorte, altri 14 per finanziare le attività americane in Europa a sostegno dell’Ucraina e altri 14 per produrre armamenti per gli ucraini. Insomma, una pioggia di soldi sull’industria americana». Sforzi che l’Europa non è invece in grado di sostenere…

«L’industria militare tedesca, tra le più importanti d’Europa, nel maggio 2023 ha ricevuto l’ordine per 18 carri Leopard nuovi per rimpiazzare quelli regalati agli ucraini. La consegna all’esercito tedesco è prevista nel 2026. La Russia produce all’anno il doppio delle munizioni di europei e americani messi insieme».

L’arretratezza tecnologica di Russia e Iran non sembra essere un limite. «Io non parlerei di arretratezza tecnologica in Russia. Le carenze che avevano sui droni le hanno agevolmente superate grazie all’Iran, che su questo comparto ha investito molto in risposta agli sforzi di Israele. I russi hanno in servizio missili ipersonici ed aiutano i cinesi e gli iraniani a svilupparli. Nella subacquea i russi sono l’avanguardia. Hanno materie prime ed energia che alimentano agevolmente gli sforzi dell’industria bellica.

L’idea che i russi siano arretrati tecnologicamente è falsata dal fatto che in questi anni hanno utilizzato in Ucraina anche armi vecchie. I rapporti dell’intelligence ucraina dicono che i russi producono più di 100 missili da crociera ogni mese. E ne hanno disponibili circa un migliaio per colpire. Numeri spaventosi. Gli eserciti europei oggi schierano mediamente dai 150 carri armati dell’Italia ai 330 della Germania, non tutti operativi. Durerebbero poche settimane in Ucraina». Arma vecchia fa buon brodo…

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