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Gherardo Colombo e gli italiani «moralisti esasperati» ma indulgenti verso se stessi

Non molto è cambiato dal 1992, quando Gherardo Colombo aveva scoperchiato la Tangentopoli italiana: secondo l’ex pm di Mani Pulite, “l’idea che la convenienza personale debba prevalere sull’interesse generale, che sia giusto avvantaggiarsi ingiustamente sugli altri” è approccio mai passato di moda. In un’intervista a Libero, Colombo si scaglia contro il “moralismo esasperato” dei nostri giorni. “Mi pare diffuso un moralismo esasperato, che mette sullo stesso piano situazioni molto serie ed episodi banali – dichiara – nelle stesse persone coincidono intransigenza verso il prossimo, o il rivale, e indulgenza verso se stessi”. Per l’ex magistrato si tratta di “una contraddizione alla quale non ci si preoccupa più neppure di trovare una giustificazione ideologica”. E gli ricorda Mani Pulite “quando tanti italiani chiedevano il rigoroso rispetto delle regole da parte altrui, ma ritenendosi liberi di violarle a piacimento”. Se all’epoca la corruzione era legata al finanziamento illecito ai partiti, oggi “è altrettanto diffusa più o meno a qualsiasi livello, ma mi pare che ai piani alti sia più anarchica e meno sistematica. E per quel che riesco a vedere, solo raramente collegata ai partiti. Atteggiamento che influisce molto negativamente sulla cultura di un Paese e che conferma l’idea che la convenienza personale debba prevalere sull’interesse generale, che sia giusto avvantaggiarsi ingiustamente sugli altri”. Quanto alle legge, Colombo ritiene che la corruzione “non si contenga moltiplicando i reati e aumentando le pene, ma facendo vedere che danneggia anche chi la pratica. Occorrono educazione, formazione, prevenzione”.

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