Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, si è detto soddisfatto per la manovra. «Abbiamo avuto il coraggio di dire la verità agli italiani, di rispettare il patto elettorale, di avviare con coerenza le politiche fiscali e previdenziali del centrodestra». E aggiunge: «una manovra vincolata per due terzi al fabbisogno energetico è una manovra che non può, strutturalmente, occuparsi a 360 gradi di tutto», sottolinea in un’intervista al Corriere della Sera

«Sono molto soddisfatto. Tutti i punti qualificanti del programma economico, fiscale e previdenziale della Lega sono stati inseriti in manovra: flat tax, quota 41, pace fiscale, sostegno alle fasce più deboli. Si tratta, com’è ovvio in questa situazione, di un inizio di lavoro: ma d’altronde abbiamo davanti cinque anni per realizzare il programma. Per ora la priorità è l’energia», dice Freni. Alla domanda sulla necessità dell’innalzamento dei limiti all’utilizzo del contante, «francamente» risponde Freni «non capisco la sorpresa: era un punto qualificante del programma, non realizzarlo avrebbe significato tradire il patto siglato nelle urne con gli italiani».

Sul pos «ci sono certamente sensibilità eterogenee. E se pure è vero che il futuro non si ferma e che dobbiamo supportare il Paese verso l’innovazione, è altrettanto vero che multare gli italiani non è un atteggiamento proprio della nostra cultura politica. Immagino un Paese consapevole dove i cittadini scelgono secondo le loro esigenze senza sottrarsi alla modernizzazione». Inoltre, prosegue, flat tax e taglio del cuneo sono «interventi, soprattutto il taglio del cuneo, molto onerosi: credo che per questo bilancio i margini di miglioramento siano esauriti».