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L’allarme di Fedriga: “Realizzare le opere del PNRR entro il 2026 è impossibile”

«Il Pnrr ha necessita’ di correzioni dettate da un contesto economico ed internazionale molto diverso rispetto a quando il il Piano e’ stato definito. E dettate anche dalle scelte, in alcuni casi discutibili, compiute nella stesura dello stesso Pnrr».

«È meglio guadagnare qualche anno rispetto al 2026 e mettere a terra, almeno per i grandi progetti, qualcosa che serva davvero allo sviluppo del Paese».

Lo ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a margine dell’illustrazione del programma politico della Regione al Consiglio Fvg.

«È necessario dialogare con l’Europa ed è necessaria una comprensione da parte dell’Unione europea, che deve mettersi in discussione: indicare tempistiche così stringenti che sicuramente sono utili ma non permettono di mettere a terra opere che sono strategiche perché entro il 2026 è impossibile, rischia che vengano finanziate cose poco utili e che si crei debito pubblico per realizzare cose poco utili».

«Un esempio su tutti: sembra normale mettere a disposizione nel Pnrr 500 milioni di euro per Cinecitta’ e non finanziare, visto che i tempi non ci sono la tratta Venezia-Trieste per quanto riguarda la ferrovia perche’ non si finisce nel 2026? L’ho capito, ma vuol dire allora non utilizzare quei miliardi di euro per le scelte strategiche del Paese, ma questi vengono utilizzati perche’ bisogna spenderli a prescindere».

«Utilizzeremo i fondi destinati dal Pnrr per quanto riguarda l’idrogeno – ha specificato il presidente -. Non posso non menzionare infatti la valle dell’idrogeno nord adriatica sostenuta da un partenariato istituzionale, industriale, scientifico dei territori italiano, sloveno e croato. La prima iniziativa in Europa che si pone l’obiettivo ambizioso di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e crescita sostenibile per mezzo di un piano integrato transfrontaliero di produzione, stoccaggio, trasporto e distribuzione dell’idrogeno”.

Questa, secondo Fedriga, è “una testimonianza emblematica, non certo unica, di come questa amministrazione abbia inteso coniugare le politiche di sviluppo economico-industriale con la necessaria salvaguardia dell’ambiente, adoperandosi con pragmatismo all’armonizzazione di questi due irrinunciabili priorità».

Fedriga ha aggiunto che sulla tutela dell’ambiente e la sostenibilità «vanno anche le politiche che abbiamo intenzione di implementare per quanto riguarda la lotta alla siccità. Su

questo, penso non soltanto ai diversi milioni di euro messi a disposizione del comparto agricolo per quanto riguarda i micro-invasi, ma penso anche agli studi che stiamo continuando a

portare avanti. L’iniziativa è partita con la scorsa legge di assestamento di luglio 2022 dove abbiamo messo a disposizione per questo studio di fattibilità per impianti di desalinizzazione».

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