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Fabio Borio (presidente Federalberghi Torino): «Per noi la variante Omicron è un altro lockdown»

La variante Omicron si abbatte anche sul settore turistico-ricettivo di Torino. Secondo le prime stime di Federalberghi, i primi due mesi del 2022 potrebbero essere una fotocopia dello stesso periodo dello scorso anno quando il Piemonte si trovava in zona rossa e vigeva il divieto di spostamento tra regioni.

Il tasso di occupazione delle camere per gennaio e febbraio si attesterebbe sul 10% a causa della rapida impennata dei contagi che, pure in assenza di restrizioni agli spostamenti, sta determinando un effetto psicologico negativo per quanto riguarda il turismo.

Il settore rischia quindi di vivere un ‘effetto lockdown’ anche in assenza di misure restrittive da parte del Governo, tanto che alcuni hotel e strutture ricettive di Torino e cintura starebbero valutando chiusure temporanee per contenere le perdite e in attesa di un miglioramento.

In montagna, dopo un periodo festivo che ha fatto registrare numeri positivi al netto delle disdette dell’ultimo minuto, si guarda con preoccupazione ai prossimi mesi perché continuano a mancare all’appello i turisti stranieri che solitamente, nel periodo gennaio-marzo, trascorrevano le settimane bianche nelle Valli Olimpiche.

“Dopo due anni di lavoro a intermittenza – spiega Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – gli imprenditori iniziano ad essere stanchi e sfiduciati, anche i più ottimisti hanno ormai perso le speranze in una ripartenza definitiva in tempi brevi, quest’anno i dati ci dicono nuovamente che potremmo essere costretti a fare i conti con un ulteriore calo del fatturato e di fatto siamo in una sorta di lockdown percepito pure in assenza di decisioni governative in tal senso”.

“Nessun imprenditore – aggiunge Borio – può reggere i costi e le spese di un anno, che tra l’altro aumentano, si veda il caro bollette, facendo unicamente affidamento sui fatturati di 3-4 mesi. Chiediamo allo Stato e agli enti locali di intervenire il prima possibile prevedendo concrete misure di sostegno e sgravi fiscali per alleggerire la pressione sulle aziende e garantire così la tenuta di un settore economico che vale 13 punti del PIL e dà lavoro a centinaia di migliaia di persone”.

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