«Scenderà di molto» il tempo di realizzazione delle opere. «Intanto, alcune opere, come le ristrutturazioni dei commissariati o le cittadelle giudiziarie già ora non richiedono 15 anni. Inoltre, il grosso degli interventi riguardano Anas e Ferrovie, che hanno strutture qualificate di pre progettazione e progettazione, il che ci farà guadagnare molto tempo».
«Infine, i commissari potranno accelerare le procedure, ferme restando le valutazioni di impatto ambientale e paesaggistico, sulle quali, comunque, anche in vista del Pnrr, stiamo agendo per mettere in parallelo e non in sequenza le autorizzazioni. Per le opere di medie dimensioni contiamo di scendere a tempi di realizzazione di 5-6 anni, ma dipende dall’opera». Ad affermarlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, dopo la nomina di 29 commissari per 57 opere che valgono complessivamente 83 miliardi di euro.
Quest’anno, ricorda il ministro, «partiranno 20 cantieri, 50 nel 2022 e 37 nel 2023. Si tratta soprattutto di cantieri ferroviari e stradali relativi a lavori già progettati. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo sarà la volta dei primi presidi di sicurezza, poi, a cavallo del 2022- 23, dighe e strutture idriche».
Per quanto riguarda la nomina di altri commissari, Giovannini dichiara: «entro aprile porterò la proposta in Parlamento, entro giugno saranno nominati. Non so dirle quanti. Le richieste delle parti politiche e delle stazioni appaltanti sono tante, ma non è che abbiamo un numero infinito di tecnici che possono fare i commissari. Dobbiamo quindi bilanciare le richieste con l’efficacia di eventuali nomine».