“I bizantinismi, le insormontabili difficoltà di applicazione, non sono il mezzo ma il fine del nuovo Dpcm”.
Lo sostiene provocatoriamente sulla Stampa Elena Stancanelli. “Quelle giornate intere a domandarci a quanta velocità si può camminare prima di potersi sfilare la mascherina, se assiderare gli ospiti facendoli rimanere in terrazzo tutta la sera permetta di aggirare il divieto di festa, come si possa far l’amore con qualcuno di cui non si conosce la cartella clinica tenendolo a un metro di distanza. Con questi quesiti ci tengono occupati per evitare che facciamo danni. Ma c’è qualcos’altro, di più sottile in questo nuovo Dpcm. Questa è un’emergenza che non può essere affrontata con l’unico mezzo efficace a nostra disposizione: un lockdown tanto lungo da lasciare il virus sguarnito di corpi a cui attaccarsi. Ma non si può fare. Quindi nei prossimi mesi il governo, che non può rinchiuderci in casa, farà altri Dpcm simili a questo, sempre più astrusi, sempre più astratti. Sempre meno reali e sempre più simbolici.
Ci hanno lasciato divertire, con la scusa del caldo hanno permesso che ci strusciassimo di nuovo, che frequentassimo con ostinazione pochi metri quadri pieni di aria mefitica. Avrebbero potuto impedirlo, ma non l’hanno fatto. E adesso, quando la curva dei contagi sale inesorabile e velocissima, ci bussano sulla spalla e dicono lo vedi quello? Quello sei tu, che prendevi un aereo per andartene in Grecia quando potevi startene a casa, che andavi ai rave e limonavi sulla spiaggia. E’ arrivato il momento di essere una persona migliore. Ovvio che non posso venire a casa tua a contare il numero delle persone nel tuo salotto, ovvio che non è reale. Ma ti offro una nuova immagine di te che ti assolve dai pasticci che hai combinato quest’estate. Fai finta che abbia senso questo stillicidio di regole inapplicabili, fai questo gioco insieme a me”.








